Napoli. Il sipario della vita si è chiuso per Roberto De Simone, geniale maestro e anima vibrante della cultura partenopea e internazionale. Lascia un vuoto incolmabile che riverbera ben oltre le mura del teatro Trianon Viviani, a cui regalò nel 2021 la sua ultima opera.
Marisa Laurito, Direttore Artistico del Trianon Viviani ricorda un gigante:
Si è spenta un’altra luce potente su Napoli con la scomparsa del maestro Roberto De Simone. È stato un genio insostituibile, con cui ho avuto l’onore di lavorare quando ero una giovane attrice. Gli sono molto grata per aver voluto regalare al nostro teatro la sua ultima opera, che nel titolo porta il suo nome Trianon opera. Tra pupi, sceneggiate e belcanto, diretto da Davide Iodice, con la direzione musicale di suo nipote Alessandro. Al maestro dobbiamo grande riconoscenza e amore per tutto quello che ha regalato alla città di Napoli e alle emozioni e alla gioia che ha regalato a tutti noi con le sue splendide opere.

Per Napoli, De Simone ha rappresentato un narratore appassionato della sua essenza più profonda.
Figura poliedrica di compositore, musicologo, etnomusicologo, drammaturgo, regista e scrittore, Roberto De Simone ha incarnato un’eccellenza culturale di portata globale. La sua esistenza è stata un inno alla ricerca, alla valorizzazione e alla rilettura del ricco patrimonio musicale e teatrale partenopeo. La sua genialità ha irradiato l’intera città, plasmando la sua identità culturale e ispirando innumerevoli artisti.
Nato nel 1933 a Napoli, ha inciso in maniera indelebile la storia culturale nazionale con creazioni come La gatta Cenerentola, pietra miliare che ha ridefinito i confini del teatro musicale italiano. Per la sua Napoli, De Simone è stato un custode della memoria e un instancabile innovatore del linguaggio artistico.
Il suo legame con il Trianon Viviani ha avuto un significato speciale: fu proprio la sua visione a inaugurare la rinascita del teatro nel dicembre 2002, con una riscrittura melodrammatica originale di Eden teatro di Raffaele Viviani, segnando l’inizio di un nuovo capitolo per questa istituzione storica incastonata nel cuore di Forcella e rafforzando il suo legame viscerale con la città.

Il suo testamento artistico risuona ancora oggi in Trianon opera, frutto della collaborazione tra il Trianon Viviani e Rai Cultura.
Queste le sue parole alla conferenza stampa di presentazione dell’opera (22 aprile 2021):
Io penso che senza l’ironia e il sogno non si possa fare cultura. La figura del Diavolo nel testo teatrale rappresenta la morte dell’immaginario: la cultura contemporanea, con la sua attenzione eccessiva alla tecnologia e a un finto naturalismo, con gli attori che recitano con il microfono, parlandosi addosso anziché declamare, come si faceva nella la tragedia greca, nell’opera e nel vecchio teatro di Pulcinella. Tutto ciò sta uccidendo l’immaginario, che un tempo era alimentato dal teatro e le conseguenze di questo si faranno sentire in futuro.