GIFFONI VALLE PIANA (SA). Era il 1971 quando Claudio Gubitosi, appena diciottenne, decise di fondare il Giffoni Film Festival.
All’epoca non poteva sapere che la sua idea avrebbe trasformato un paesino del Sud Italia in un centro di eccellenza culturale, conosciuto in tutto il mondo.
Oggi, dopo uno straordinario percorso durato 55 anni, il fondatore della kermesse del cinema per ragazzi ha annunciato che alla fine del 2025 lascerà la direzione del festival.
«L’idea resterà nelle mani del team che ho formato – afferma Gubitosi – io mi occuperò di produzione e divulgazione per i ragazzi».
Claudio Gubitosi e le sfide di Giffoni
Da quell’intuizione, le attività di Giffoni hanno generato un impatto economico di oltre 850 milioni di euro tra finanziamenti pubblici, investimenti privati e sponsorizzazioni.
Tutti dati certificati da analisi economiche e riconosciuti anche dalla presidenza del Consiglio dei Ministri attraverso il rapporto del NUVAP nel 2023.
Secondo il Nucleo di verifica e valutazione degli investimenti pubblici «nelle ultime due programmazioni comunitarie del fondo di sviluppo e coesione, Giffoni ha ricevuto investimenti per oltre 160 milioni di euro».
È risultato, dunque, un modello virtuoso tra tutte le regioni meridionali. Lo scorso anno, invece, Deloitte ha stimato il valore del marchio in circa 71 milioni di euro.
«Questa è la dimostrazione di come un’impresa culturale del Sud possa diventare un simbolo del Made in Italy creativo e culturale nel mondo».
Nella sua storia, Gubitosi ha superato numerose sfide, tra cui la mancanza di risorse iniziali, il terremoto del 1980 e la pandemia del 2020 quando nemmeno il Covid ha fermato Giffoni.
«Ero consapevole – dichiara Gubitosi – che proprio in questa tragedia dovevo dare il massimo per i miei ragazzi, per i miei giovani, per i miei giffoner».
L’impegno è stato costante per rendere il Festival un luogo di crescita e confronto per milioni di giovani e famiglie durante tutto l’anno e in tutto il mondo.
«Siamo andati oltre il concetto stesso di Festival. Giffoni, unico caso in Italia, non si è limitato a un evento annuale, ma ha esteso le sue attività durante tutto l’anno, trasformandosi in un motore culturale permanente.
Questo ha permesso di creare occupazione stabile, non solo occasionale, dando una prospettiva concreta a chi vuole dedicare la propria vita alle professioni legate alla crescita culturale e artistica del Paese.
Ridurre la precarietà in questi settori è una sfida complessa, ma nel suo piccolo Giffoni ha dimostrato che un cambiamento è possibile».
I personaggi del festival
La capacità di attrarre figure di spicco del cinema, tra cui Francois Truffaut, Robert De Niro, Meryl Streep, Nicolas Cage, Sergio Leone e molti altri ha consolidato il prestigio del Festival. Lo ha reso così un punto di riferimento tra i grandi eventi cinematografici mondiali.
Un prestigio assicurato anche da personalità come i premi Nobel Lech Walesa, Michail Gorbaciov e Rita Levi Montalcini. E, ancora, dalla presenza di numerose istituzioni.
Si pensi, ad esempio, alla visita del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e agli incontri al Quirinale con i Presidenti Francesco Cossiga e Sandro Pertini. Lo stesso Papa Francesco ha più volte dimostrato la sua vicinanza al festival, salutandolo durante l’Angelus in Piazza San Pietro.
Inoltre, Giffoni ha instaurato collaborazioni con il Ministero della Cultura e con quello dell’Istruzione, contribuendo a diffondere il cinema nelle scuole e a sensibilizzare i giovani sull’importanza della cultura cinematografica.
Uno dei più grandi successi è stato rendere il festival un’esperienza permanente, con attività che si svolgono durante tutto l’anno e in oltre 35 paesi.
«Giffoni è un piccolo comune delle aree interne della Campania, eppure da qui abbiamo saputo parlare al mondo intero».
Voce alle giovani generazioni
Giffoni ha anche promosso l’inclusione sociale, affrontando temi come la povertà educativa e il sostegno ai giovani con fragilità fisiche e psicologiche.
Gubitosi ha lavorato per dare voce alle nuove generazioni, coinvolgendole direttamente nelle attività del Festival e offrendo loro strumenti di espressione e di crescita.
La creazione della Cittadella del Cinema e della Giffoni Multimedia Valley ha reso Giffoni un modello di sviluppo culturale ed economico per il Sud Italia. Ciò dimostra che anche un’iniziativa nata in un piccolo comune può raggiungere un impatto globale.
Attualmente, la dotazione infrastrutturale è in fase di completamento con la realizzazione del Museo e dell’Arena per grandi eventi all’aperto con una capienza di oltre 5000 persone.
«Abbiamo infranto un tabù incrollabile: l’idea che “certe cose” possano nascere solo nelle grandi città e nei luoghi dove ci sono tutti i servizi. E di certo non al Sud!
All’epoca sembrava impensabile. E, purtroppo, ancora oggi, sembra sia impossibile per altri replicare altrove ciò che abbiamo realizzato qui».
La collaborazione con le istituzioni
La collaborazione costante e continua con il Comune di Giffoni Valle Piana e con la Regione Campania hanno favorito questa rete di coesione e sviluppo.
«Il mio ringraziamento, forte e sincero, a tutti i rappresentanti delle Istituzioni, i sindaci di Giffoni che negli anni si sono susseguiti. Dal Comune alla Provincia, con i tanti presidenti con i quali abbiamo collaborato.
La Regione indubbiamente è stata l’istituzione più importante, per me e per Giffoni. I Presidenti Russo, Rastrelli, Bassolino, Caldoro e De Luca: ognuno ha fatto la sua parte e questa mia lunga storia porta anche la loro firma.
Ricordo con piacere anche Carlo Azeglio Ciampi, Ministro dell’Economia e delle Finanze, che finanziò la nascita della Cittadella del Cinema con Isaia Sales, sottosegretario di Stato».
Il successo tra mille difficoltà
Nonostante il successo, Gubitosi ha dovuto affrontare ostacoli burocratici e finanziari, come la riduzione dei fondi ministeriali nel 2024, un taglio di 550 mila euro.
«Due settimane prima del Festival, abbiamo subito questa scelta punitiva che ha penalizzato solo Giffoni tra tutti gli eventi culturali del nostro Paese.
Un danno enorme al quale ho risposto difendendo il Festival e questa azienda, mettendoci la mia faccia e la mia vita per migliaia di ragazze e ragazzi che aspettavano Giffoni come si aspetta il Natale».
Con il passaggio della direzione a un nuovo team, che include suo figlio Jacopo come Direttore Generale, Gubitosi continuerà a contribuire al mondo della cultura. Lo farà attraverso nuovi progetti, tra cui il Campus dell’Alta Formazione e la produzione di film e serie di animazione.
Ha inoltre espresso il desiderio di raccontare la sua esperienza in conferenze e incontri, per trasmettere alle nuove generazioni la passione e la determinazione che hanno reso Giffoni un successo internazionale.
«Dalla prima edizione a oggi, abbiamo costruito legami con milioni di ragazze e ragazzi, ascoltandoli, comprendendo le loro esigenze, le loro fragilità, il loro potenziale.
Abbiamo dato spazio per esprimersi, creando un ambiente in cui la cultura non è imposta, ma condivisa, vissuta, messa in discussione e rinnovata continuamente.
Molti entrano in contatto con Giffoni da bambini e continuano a tornare da adulti. Crescono con il festival, perché qui trovano un luogo in cui le loro idee contano davvero.
Da anni stiamo formando individui motivati, coinvolti, aperti al dialogo. Persone più consapevoli e, forse, anche più felici».
A 75 anni comincia, dunque, il secondo tempo di Claudio Gubitosi: «Sono sereno, ho consacrato la mia esistenza a qualcosa di urgente, utile e necessario come dichiarò nell’82 Truffaut a Giffoni».