Professor Sales, lei parla del calo di consensi del PD e della necessità di un’alleanza con il M5S. Perché ritiene questa una strategia necessaria?
“Dai dati elettorali degli ultimi trent’anni, risulta evidente che lo schieramento di centrosinistra ha vinto solo quando è riuscito a costruire coalizioni ampie. Oggi, il PD non può più permettersi di correre da solo. I suoi consensi sono drasticamente calati, come dimostrano le ultime elezioni: dal 33% del 2008 al 19,38% nel 2022. Per questo, penso che l’unica strada percorribile sia quella di un’alleanza con il M5S”.
Un’alleanza che rischia di snaturare il PD. Cosa risponde?
“L’alternativa è l’irrilevanza. Il centrosinistra deve superare le difficoltà ideologiche e puntare a una coalizione che abbia un programma chiaro, non solo per vincere, ma anche per governare. Continuare a frammentarsi significherebbe lasciare spazio alla destra”.
La convince la proposta di Franceschini di tornare al proporzionale?
“Non credo che sia la soluzione. Franceschini parla di un ritorno al proporzionale come se questo potesse magicamente risolvere i problemi del centrosinistra. In realtà, il proporzionale rischia di frammentare ulteriormente il quadro politico e favorire la destra. Serve una strategia unitaria, non un cambio di regole elettorali”.
Crede che un’alleanza tra PD e M5S possa essere accettata dagli elettori?
“Non deve essere un’alleanza opportunistica, ma un patto basato su un programma comune, che affronti questioni concrete come i diritti civili, il lavoro e la giustizia sociale. Gli elettori del centrosinistra vogliono vedere una visione chiara e una leadership capace di realizzarla”.
La Francia può essere un modello per l’Italia?
“In Francia, il secondo turno elettorale obbliga i partiti progressisti a convergere contro l’estrema destra. Questo crea un meccanismo di alleanze tattiche che in Italia manca. Ma ciò che davvero importa è che queste alleanze non siano solo contro qualcuno, ma per un progetto politico condiviso. Il PD deve capire che il tempo delle divisioni è finito. Deve lavorare per costruire un fronte progressista unito, anche accettando compromessi difficili. Continuare a perdere consensi senza cambiare strategia significa condannarsi all’irrilevanza. L’alleanza con il M5S è un passo necessario per ridare speranza al centrosinistra italiano”.
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