Napoli. Si è svolta a Napoli, presso il Consiglio Regionale della Campania, l’Audizione in VI Commissione Permanente per la proposta di legge sulla “Salvaguardia, valorizzazione e promozione dei dialetti della regione Campania”.
Giovedì 21 Gennaio, si è riunita nell’ Aula Consiliare “G.Siani” del Consiglio Regionale della Campania, su convocazione dell’ Onorevole Carmela Fiola, la VI Commissione Permanente per l’ audizione rituale in merito alle Proposte di Legge n.268 e n.300. Queste hanno come oggetto la salvaguardia e la tutela del patrimonio linguistico e culturale dei, così detti, “dialetti minori” presenti sul territorio Campano.
Tale intervento legislativo è indispensabile per colmare un vuoto normativo particolarmente rilevante: Infatti, solo il dialetto napoletano è ad oggi tutelato da una legge (Legge Regionale n.14 dell’8 Luglio 2019) che ne riconosce la dignità di lingua a tutti gli effetti. Come si può facilmente intuire, l’intenzione dei Consiglieri proponenti, Onorevoli Santangelo, Pellegrino e Matera, è quella di offrire lo stesso riconoscimento e le medesime tutele anche ai restanti idiomi campani. Per l’odierna audizione sono stati convocati in qualità di esperti, il presidente dell’associazione “More Dianense” Dott.Vincenzo Andriuolo, l’architetto Enrico Corio dell’Associazione Culturale Luigi Pica, e il presidente del Centro Studi e Ricerche “Pietro Laveglia” Dott.Giuseppe D’Amico.
Gli interventi ,estremamente articolati ed apprezzati , in relazione gli strumenti e le modalità di intervento previsti dal disegno di legge in discussione con le caratteristiche del contesto, evidenziano quanto la materia sia delicatissima giacché tocca l’elemento identitario per eccellenza: la lingua madre, quella forma primigenia dell’ umano parlare attraverso la quale sola si esprime la cultura, società e la spiritualità di una comunità. Enfasi è stata posta sulla coerenza degli strumenti presenti nella proposta di legge regionale con straordinaria frammentazione linguistica, forse la più alta di tutta la penisola, che caratterizza il territorio campano e che ha attratto schiere di studiosi provenienti da ogni parte del mondo. Hanno ricordato, tra molti, il lavoro di Gerhard Rohlfs, cui si deve la grammatica storica della lingua Italiana e dei suoi dialetti, dei suoi connazionali Rainer Bigalke e Heinrich Lausberg, e dell’inglese Adam N. Ledgway, con la sua grammatica diacronica del napoletano. Come esempio di elevata frammentazione linguistica è stato portato proprio il Vallo di Diano, dal quale provengono due dei tre consiglieri proponenti (gli On.li Matera e Pellegrino).
Particolarmente apprezzate le forme di collaborazione con le scuole di ogni ordine grado previste dalla proposta di legge. Un esperimento del genere, come si è voluto ricordare nel corso della audizione, è quello che da qualche anno è in corso all’ Istituto comprensivo di Teggiano, del quale abbiamo già avuto il piacere di raccontarvi in passato. Qui esperi locali e docenti di Italiano applicano al dialetto le metodologie didattiche di una qualsiasi lingua. Lo scopo è quello di rafforzare e sviluppare sia le competenze dell’Italiano e delle lingue straniere curriculari che quelle metalinguistiche. Così da trasmettere integra alle nuove generazioni la lingua degli avi.
I Consiglieri avranno tempo per proporre eventuali emendamenti fino alle ore 12:00 di Martedì 28 Gennaio, come stabilito dal Presidente della Commissione.
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