Categorie: Cultura

Cinquant’anni fa, l’ultimo saluto di Eboli a Carlo Levi

di Vito Pindozzi

Il 25 gennaio 1975, la città di Eboli visse una giornata storica. In Piazza della Repubblica, gremita di cittadini, si celebrò il funerale di Carlo Levi, l’uomo che, con la sua opera più celebre, Cristo si è fermato a Eboli, aveva dato voce al Sud dimenticato, consegnando alla storia il nome di Eboli.

Carlo Levi, scrittore, pittore e politico torinese, visse l’esperienza dell’esilio durante il regime fascista proprio nella Lucania di cui scrisse. In quelle pagine immortalò il dolore e la resilienza del mondo contadino meridionale, portando la questione meridionale all’attenzione internazionale. Il suo racconto non era solo un atto di denuncia sociale, ma anche un inno alla dignità e alla bellezza di un popolo segnato da secoli di sofferenza.

Foto archivio Ebad

Quel giorno di gennaio del 1975, cittadini di ogni età e provenienza si unirono per tributargli l’ultimo saluto. Molti ricordano ancora le lacrime e il silenzio carico di emozione che avvolgeva la piazza. La sua salma, dopo i funerali, venne traslata ad Aliano, il piccolo borgo lucano che Levi aveva descritto con profonda intensità e che oggi ospita la sua tomba.

Carlo Levi e il legame con il Sud

Carlo Levi non fu solo uno scrittore, ma anche un pittore di grande talento. Le sue tele ritraggono spesso scene di vita contadina e volti segnati dal lavoro e dalla fatica, gli stessi che ispirarono le sue pagine. Il suo legame con il Sud, e in particolare con la Lucania e Eboli, non fu solo geografico, ma soprattutto umano. Levi seppe raccontare il Sud non come una periferia del mondo, ma come il cuore pulsante di un’umanità universale, capace di resistere e sperare.

L’eredità di Carlo Levi

A cinquant’anni dalla sua scomparsa, l’eredità di Carlo Levi vive ancora. Il suo libro è studiato nelle scuole e continua a ispirare generazioni di lettori. Ad Aliano, il Parco Letterario a lui dedicato accoglie ogni anno visitatori da tutto il mondo, mentre a Eboli, il suo nome rimane inciso nella memoria collettiva come simbolo di riscatto e consapevolezza culturale.

Oggi, come allora, ricordare Carlo Levi significa onorare non solo uno scrittore e un artista, ma anche un uomo che seppe vedere oltre il presente, raccontando la verità con una sensibilità unica. La città di Eboli si stringe nel ricordo di un intellettuale che ha dato al mondo una visione nuova del Sud: non più solo un luogo di dolore, ma un universo di storie, bellezza e 

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di Ornella Trotta

Ornella Trotta

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