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Bassolino: “La sinistra ritrovi il legame con il lavoro e combatta le disuguaglianze”

Bassolino: “La sinistra ritrovi il legame con il lavoro”

L’Italia ha bisogno di una sinistra capace di guardare negli occhi il Paese, che sia la voce delle disuguaglianze, che sia la forza dei diritti per un cambiamento reale.

Antonio Bassolino, testimone e protagonista di decenni di lotte e conquiste, riflette con lucidità sul presente e sul futuro della politica, mettendo al centro i valori fondanti di giustizia sociale, uguaglianza e partecipazione democratica, senza i quali ogni trasformazione resta vuota.

In un tempo di populismi e fratture, la sfida più grande è ricucire i legami con il mondo del lavoro e le aspirazioni delle persone, per dare forma a un’alternativa credibile e popolare.

Antonio Bassolino, leader storico del Partito Comunista Italiano (PCI), il più importante partito comunista dell’Occidente, riflette su politica, lavoro, diritti sociali e civili, lotta alle disuguaglianze e sull’idea di “autonomie unitarie”.

Il percorso politico, dagli operai ai contadini

La carriera di Bassolino nel PCI rappresenta un esempio di impegno politico rigoroso e radicato.

“Ho seguito tutta la trafila, come si usava una volta”, racconta, ricordando il periodo in cui Giorgio Amendola, dirigente del partito, lo inviò in Irpinia: “Dovevo farmi le ossa. A Napoli ero stato segretario di una sezione frequentata principalmente da operai di fabbrica e lavoratori edili, ma dovevo imparare a stare anche tra i contadini”.

Ornella Trotta intervista Antonio Bassolino

Dal 1970 al 1975 lavora in Irpinia, per poi tornare a Napoli, dove nel 1976 assume la Segreteria Regionale. Successivamente, é chiamato a Roma per entrare nella Direzione e nella Segreteria Nazionale del PCI. Tra i fondatori del PDS, dei DS e infine del Partito Democratico, Bassolino gioca un ruolo chiave nella transizione della sinistra italiana.

Nel 1993 si candida a sindaco di Napoli e vince, rimanendo in carica per due mandati. “Fu la prima volta che i cittadini eleggevano direttamente il sindaco. Lo scontro con Alessandra Mussolini fu intenso, ma sempre mantenuto entro i limiti della civiltà. “Una volta eletto – dichiara – ho detto sarò il sindaco di tutti i napoletani, non solo di chi mi ha votato, ma anche di chi non lo ha fatto e persino di chi si è astenuto. All’epoca, la partecipazione al voto era ancora molto alta”.

Bassolino sarà poi eletto per due mandati consecutivi presidente della Regione Campania: “Se prima ero un uomo di partito, una volta eletto mi sono sempre considerato un uomo delle istituzioni. È una convinzione che mi accompagna ancora oggi”.

Sul Partito Democratico e la politica attuale

Positivo il giudizio sul Partito Democratico e  sulla segretaria: “Elly Schlein sta lavorando bene. Ha riportato il PD a essere più attivo e protagonista, sia in Parlamento sia nel Paese. Tuttavia, il compito principale resta quello di costruire un’alternativa credibile alla destra e al centrodestra. Servirà un programma chiaro per l’Italia, capace di dimostrare ai cittadini che il PD, insieme ad altre forze, può ambire a governare il Paese”.

Sul successo e il declino del Movimento Cinque Stelle, afferma: “Sono cresciuti rapidamente grazie alla loro capacità di attrarre elettori sia di destra sia di sinistra, non perché fossero neutri, ma perché rappresentavano entrambe le parti allo stesso tempo. Tuttavia, una salita così rapida è stata seguita da una discesa altrettanto impetuosa. La stessa dinamica si è verificata con la Lega”.

Il populismo e le disuguaglianze

Per Bassolino, il populismo nasce dalla distanza tra politica e cittadini: “Non si combatte con politiche d’élite, ma con politiche popolari, serie e consistenti, capaci di rappresentare realmente i bisogni delle masse. Bisogna ripartire dalla lotta alle disuguaglianze, che resta una priorità fondamentale”.

La sinistra e il lavoro

“La sinistra deve ricostruire il suo legame con il mondo del lavoro, il Partito Democratico e le altre forze progressiste devono tornare a rappresentare operai, lavoratori del terziario, chi vive la precarietà e le nuove forme di lavoro. Senza un rapporto forte con la propria base sociale, qualsiasi alleanza rischia di essere debole o subalterna”.

E poi è necessario superare le false contrapposizioni: i diritti sociali e i diritti civili devono essere portati avanti insieme. Abbiamo due occhi, e dobbiamo usarli”.

Il Mezzogiorno e l’autonomia differenziata

Il bello é che sul Mezzogiorno, Bassolino critica apertamente il progetto di autonomia differenziata: “Non è utile al Sud e non fa bene al Paese. Abbiamo già troppe disuguaglianze sociali, territoriali e civili. Dobbiamo ridurle, non ampliarle. Servono autonomie unitarie, che valorizzino Regioni e Comuni, con una collaborazione tra le istituzioni, indipendentemente da chi le governa”.

Sottolinea, poi,  l’importanza del dialogo istituzionale: “Da sindaco, ho collaborato sia con Prodi sia con Berlusconi. Il conflitto tra maggioranza e opposizione è legittimo, ma tra istituzioni deve prevalere la cooperazione”

Napoli e le sfide attuali

Riguardo alla situazione attuale di Napoli, Bassolino sottolinea l’importanza di una riflessione critica: “Ho chiesto più volte al sindaco Manfredi e alla Giunta di fare un bilancio politico. È una prassi consolidata in molte democrazie: dopo i primi cento giorni, poi dopo un anno e a metà mandato. Siamo ormai a tre anni e questo bilancio non c’è ancora stato. È fondamentale spiegare ai cittadini cosa è stato fatto, cosa non è stato fatto e perché”.

Qualità della vita, il dibattito mancato

Critica anche la scarsa attenzione dedicata ai dati sulla qualità della vita: “Il rapporto del Sole 24 Ore, che colloca Napoli al penultimo posto, avrebbe dovuto stimolare un dibattito serio, che invece è mancato”.

L’impegno per la partecipazione democratica

Bassolino, da leader nazionale é fortemente preoccupato per il crescente astensionismo: “La partecipazione è in calo ovunque, in molti Comuni e Regioni si è già sotto il 50%. Questo astensionismo non è qualunquismo, ma una scelta politica, un segnale di rifiuto e protesta. Oggi, l’astensionismo è il primo partito italiano. Chi, come me, ha esperienza politica, ha il dovere di lavorare per spingere verso una maggiore partecipazione democratica”.

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di Ornella Trotta

Ornella Trotta

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