Brodino caldo, cuore che si scalda. Quando la perdita di un amico o di un vicino di casa colpisce nel profondo, le parole sembrano insufficienti.
È in questi frangenti che la comunità si stringe attorno ai familiari cercando di offrire un sostegno concreto e tangibile.

Gesto antico eppure sempre attuale è quello di portare a casa del defunto una pentola di brodo caldo, un gesto semplice, ma carico di significato.

 

Qualcosa che parla direttamente al cuore

 

Il brodo, con la sua semplicità e il suo calore, diventa un vero e proprio abbraccio culinario. È un alimento nutriente, facile da digerire e in grado di scaldare corpo e anima. Ma il suo valore va oltre le proprietà nutrizionali.

Esso rappresenta un segnale di vicinanza, l’ennesimo modo di dire “Io ci sono, non sei solo!” Prendersi cura di chi soffre significa anche occuparsi dei suoi bisogni più elementari, come nutrirsi. Il brodo è un alimento presente in molte culture e tradizioni culinarie. In Italia, in particolare, è legato a riti e usanze popolari, come quello di portarlo alle puerpere o ai malati.

In un mondo sempre più frenetico e individualista, il gesto di portare il brodo del commiato rappresenta un ritorno alle origini, un richiamo ai valori della comunità e della solidarietà. È un gesto che ci ricorda che, anche nei momenti più difficili, siamo legati gli uni agli altri da un filo invisibile di umanità.

 

Il “consolo”

 

A Napoli, il gesto di portare vettovaglie alla famiglia del defunto si chiama “O Cunsuolo” e di solito si concretizza, anche nei giorni successivi al funerale, con un pacco preparato con “zucchero e caffè”. In Sicilia è ” U Cunsolu” ed è una delle tradizioni  importate dalla dominazione araba presente un po’ in tutto il sud Italia.

Non deve quindi necessariamente trattarsi di brodino caldo, specie si il lutto avviene in estate. Eppure, in certi momenti, anche se fuori si è baciati dal sole, all’interno del corpo si percepisce tutto il gelo che una perdita porta con sé. Ben venga dunque un po’ di calore che si sappia impadronire del dolore gelido e lo scacci via, anche se solo per pochi minuti.

Far trovare un pasto caldo a chi non ha la forza fisica o psicologica per provvedere a sostenersi rimane un gesto che parla al cuore e che ci insegna il valore della solidarietà,  e della cura per l’altro.

È qualcosa che ci ricorda che, anche nella sofferenza, possiamo trovare conforto e sostegno nella comunità.

Ed è bello, specie quando la comunità è piccola, sapere che, quando tornerai, ad aspettarti ci saranno solo visi sorridenti e braccia spalancate pronte ad accoglierti.

Un modo per riuscire a sopravvivere al dolore.

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di Marianna Addesso

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