Città del Messico

Città del Messico, città sorprendente dalle mille genti, con la popolazione indigena che rivendica i propri diritti, l’artigianato in mostra al centro dello zocalo, di fronte al palazzo del governo, sede della presidenta e affrescato da Diego Rivera che con i murales ripercorre la Storia del Messico a partire dalla conquista di Hernan Cortés.

Quale è stata l’impressione più sorprendente di questa megalopoli?

La mescolanza. Ricchezza e povertà, fame con dignità perché la tortilla salva sempre, lusso super sfrenato negli hotel, nei grattacieli.

Città del Messico

La pulizia. Non una carta a terra, nemmeno una plastica lungo il grande Paseo de la Reforma.

Come simbolo, che non sia quello della bandiera gigantesca che domina nel zocalo, cosa scegliereste?

Lo chiediamo ai cugini italo- messicani dalla doppia cittadinanza.

Per me sceglierei la stella di Natale. E’ un arbusto, ma in questo periodo natalizio a migliaia, di piccole dimensioni, sono state piantate nelle aiuole, anche quelle spartitraffico.

Ancora il rosso e il verde che sono i colori delle bandiere sia italiana che messicana.

Avrei pensato ad una risposta più religiosa, oppure per restare nel mondo vegetale, al Nopal, l’oro verde del Messico.

 

Certo il fico d’India, presente al centro della bandiera su cui si posa l’aquila,

è un grande tesoro per l’economia sostenibile del Messico.

 

Assolutamente imprescindibile per ogni messicano, anche indigeno, è il 12 dicembre.

Folklore indigeno e Religiosità Cattolica

Cosa si festeggia? Meglio domandare.

Chi si venera?

La Virgen de Guadalupe, la Madonna indigena, apparsa all’indigeno Diego nel 15.. che fece fiorire rose a gennaio nel suo mantello.

Vergine di Guadalupe

Una religiosità sorprendente, molto sentita, che si mescola nelle comunità indigene e nei villaggi ad altri credo.

A Tonatsintla, non lontano da Puebla, vi è una chiesa che mostra da vicino il sincretismo tra cattolicesimo e religiosità indigena.

Vale a dire?

Gli angeli hanno la pelle scura e al posto dell’aureola hanno un pennacchio, proprio come i guerrieri aztechi.

Purtroppo, è vietato fare fotografie al suo interno.

Al centro, sull’altare principale, vi è sempre la Virgen di Guadalupe

Altre sorprese?

I mezzi di comunicazione pubblici, gli spazi, le superstrade, i metrobus, la teleferica. Tutto un brulichio.

 

E per il gusto?

Assolutamente i tacos del pastor, con carne di maiale, il chipotle, un taco, cioè tortilla ripiena di peperone al forno con chile accompagnato da una purea di fagioli neri.

E per il dolce?

Assolutamente i churros. I migliori? Quelli del Moro a Polanco o a Santa Fé.

 

Il quartiere più sorprendente?

Città del Messico, città sorprendente dai mille volti offre tanti colori.

Coyoacan, da coyote, è il quartiere colorato degli artisti. Lì si trova il Museo Frida Khalo, la famosa Casa Azul. Ma Frida abitò per un breve periodo anche nello studio di Diego Rivera di architettura funzionalista.

Grandi vetrate?

Sì, tutto in funzione dell’arte monumentale di Diego Rivera. E ancora tanti colori e le tradizioni autoctone da preservare.

Museo Studio Diego Rivera e Frida Khalo

 

Per esempio?

Le calaveras, cioè i teschi, realizzati in forma di ceramica dipinta. Il giorno dei morti è molto celebrato in tutto il Messico. Il film di animazione “Coco” di sette anni fa ce ne spiega il perché.

Los alebrijes, cioè gli spiriti guida, degli animali, che ognuno di noi ha come talismano.

Diego Rivera possedeva una collezione di più di 5000 reperti archeologici delle civiltà maya e non solo. Ora sono in un museo.

Casa Azul
Casa Azul

 

Come si vive in una grande megalopoli, a oltre duemila metri di altitudine, con un traffico impressionante e con un servizio di polizia e di militari dell’esercito sorprendente?

Lo chiediamo sempre ai cugini dalla doppia cittadinanza e residenti da oltre trent’anni a Città del Messico, città sorprendente.

Mercato di Coyoacan – Città del Messico

Il Bello è che qui si lavora, proprio come a Milano sotto la Madonnina e qui sotto la Virgen de Guadalupe.

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di Barbara Avanzini

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