E’ sempre più attuale in campo medico l’approccio di genere, relativamente a varie patologie ed alla loro cura.
La Medicina di genere, si basa sul presupposto che esistono peculiari differenze fra i due sessi (concetto biologico) o generi (concetto più ampio che include le differenze culturali e socio-economiche), riconducibili a vari fattori, di natura genetica, biologica, ormonale, attività sociale. Tali fattori influenzano la patogenesi di molte malattie, il loro decorso, rendendo necessaria una cura personalizzata.
La promozione di una cultura della Medicina di Genere, con particolare attenzione a quella femminile, è da molti anni l’obiettivo dell’Oaservatorio Nazionale sulla Salute della Donna e di genere )O.N.D.A).La Fondazione O.N.D.A, costituitasi a Milano nel 2005,collabora con ospedali, istituzioni centrali e regionali, societàscientifiche, associazioni di pazienti. Dal 2007 agli ospedali italiani più attenti alle problematiche di salute femminile, vengono attribuiti Bollini rosa e dal 2016 i Bollini rosa-argento alle RSA ed alle case di cura che offrono un approccio personalizzato agli ospiti.
L’ impegno di O.N.D.A, si concretizza nella realizzazione di pubblicazioni divulgative, scritte con un linguaggio semplice, per far conoscere determinate patologie, le loro implicazioni sulla salute, dando consigli su come fare una diagnosi precoce. Dal 2007, con cadenza periodica, viene pubblicato il Libro Bianco sulla salute della donna. L’ ultima pubblicazione è del 2024: “Dalla Medicina di Genere alla Medicina Personalizzata, il ruolo della Intelligenza Artificiale.
La Gender Based Medicine ha evidenziato come le donne, pur ammalandosi di più, hanno una maggiore sopravvivenza. Ciò è evidente in ambito oncologico, dove, grazie ai programmi di screening per i tumori femminili (mammografia, pap-test….), la sopravvivenza è notevolmente aumentata negli ultimi anni. Le differenze di genere, sono particolarmenteevidenti nella suscettibilità ai fattori di rischio cardiovascolare. La patologia cardiovascolare rappresenta la prima causa di morte nel sesso femminile nei paesi industrializzati. A differenza degli uomini, le donne sviluppano la patologia cardiovascolare più tardivamente. La menopausa, con la carenza ormonale della post-menopausa, costituisce di per è un fattore di rischio cardiovascolare. In menopausa sono frequenti le alterazioni del metabolismo glicidico (diabete, insulinoresistenza..) alterazioni dell’ assetto lipidico( aumento dei trigliceridi e del colesterolo) quindi sovrappeso. Questi fattori di rischio metabolico, uniti all’aumento della pressione arteriosa, aumentano nelle donne l’incidenza di infarto del miocardio, che, nelle diabetiche in particolare, è 3-6 volte maggiore rispetto ai maschi, di ictus, costituendo la principale causa di morte e disabilità nelle donne. Queste considerazioni, orientano verso un approccio diverso, genere specifico, dando maggiore rilevanza nelle donne alla familiarità per patologia cardiovascolare, ai fattori di rischio metabolico, in particolare al diabete, così da attuare una accurata prevenzione e terapia mirata. Nell’ uomo è l’obesità centrale di tipo androgenetico associata alla patologia cardiovascolare ed allo sviluppo di diabete di tipo 2, per cui va data particolare attenzione alla circonferenza vita nei maschi. Le donne sono più suscettibili alle patologie psichiche come ansia e depressione, per cause ormonali, background familiare negativo, per anaffettività e violenza, maggiore probabilità di esperienze negative sul lavoro: mobbing, approcci sessuali. Sono più suscettibili ai disturbi del comportamento alimentare (DCA) come l’Anoressia e la Bulimia. L’ Anoressia, è la restrizione alimentare fino al digiuno, con conseguente perdita di peso e scomparsa delle mestruazioni. la Bulimia consiste nella ingestione di grandi quantità di cibo, seguita da condotte purgative come vomito, uso di lassativi e diuretici per evitare l’aumento di peso. I Disturbi del comportamento alimentare sono una patologia crescente fra le adolescenti di razza bianca con un rapporto 9-10 ad 1 rispetto ai maschi. Secondo l’OMS i DCA rappresentano una delle principali cause di morte nelle giovani donne, per cui e’ indispensabile un approccio integrato di tipo psicoterapeutico e nutrizionale.
Una donna su 3 ed un uomo su 5 dopo i 50 anni, sono a rischio di fratture da Osteoporosi, patologia che oltre ad una valenza sociale sta acquisendo una valenza politica, avendo suscitato anche l’interesse del Parlamento Europeo. Le donne devono essere consapevoli che con la menopausa si assiste ad un progressivo deterioramento dell’osso, che diventa porotico, più fragile, per cui più a rischio di frattura. Ciò è particolarmente evidente per le donne che vanno in menopausa precoce, che vanno adeguatamente trattate con terapia ormonale sostitutiva. In questo campo assume particolare importanza, oltre alla diagnosi precoce, la prevenzione primaria con stili di vita ed alimentari corretti cioè attività fisica ed alimentazione ricca di calcio e vitamina D.
Per lungo tempo la ricerca farmacologica è stata effettuata solo sui maschi, senza tener conto della variabilità femminile presente nella realtà clinica che ha risvolti nella farmacodinamica e quindi nella risposta ai farmaci. Ciò ha determinato una minore sicurezza nei trattamenti farmacologici, con aumento di reazioni avverse nelle donne.
Negli ultimi anni tuttavia, la ricerca farmaceutica presta sempre maggiore attenzione alle differenze di genere, con terapie più mirate e personalizzate. Farmindustria da anni affianca O.N.D.A nella ricerca di farmaci specifici per le donne, ma il cammino è ancora lungo.
di Lydia Palo, ginecologa
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