Categorie: L'editoriale

Nuovo codice della strada, il rispetto della vita umana prima della sanzione

Pioggia di multe per i cellulari a Napoli, per i monopattini a Firenze per alcool in Veneto

Con l’entrata in vigore del nuovo Codice della Strada, ieri, sabato 14 dicembre, l’Italia affronta ancora una volta l’eterna battaglia tra prevenzione e repressione. Le prime multe sono state già inflitte, tra chi ha commesso l’infrazione più rapidamente a Napoli e chi è finito sotto controllo con un tasso alcolemico fuori norma in Veneto. Ma oltre al sensazionalismo delle prime contravvenzioni, il dibattito che si apre è ben più profondo: che funzione hanno davvero le sanzioni? E quale strada dobbiamo percorrere come società per garantire sicurezza e consapevolezza sulle nostre strade?

Le norme più stringenti previste per i monopattini e il giro di vite sull’alcol alla guida sono esempi chiari di come la legge stia cercando di ridurre incidenti e infortuni. Ma la repressione, pur necessaria, non può bastare: deve essere affiancata da un forte messaggio educativo. Una multa, un sequestro del mezzo o la sospensione della patente devono essere letti non solo come una punizione, ma come un segnale d’allarme che responsabilizzi il cittadino e lo spinga a un comportamento corretto e rispettoso delle regole.

La certezza della pena come deterrente

Un aspetto fondamentale della riforma è la necessità di garantire la certezza della pena. Troppo spesso, in passato, abbiamo assistito a un’applicazione blanda delle sanzioni o a scappatoie che hanno vanificato il senso della legge. Oggi, con le nuove disposizioni, l’intento è chiaro: le regole vanno rispettate, e chi le infrange ne paga le conseguenze. Questo approccio, però, non deve essere visto come un accanimento, ma come un atto di giustizia nei confronti di chi rispetta le norme e, soprattutto, di chi si muove per strada con prudenza e responsabilità.

I monopattini e il pericolo della libertà senza limiti

Un esempio su tutti riguarda i monopattini, protagonisti di questa riforma. Negli ultimi anni, la diffusione incontrollata di questi mezzi ha trasformato le piazze e le strade italiane in veri percorsi a ostacoli per i pedoni. Giovani e meno giovani sfrecciano a velocità pericolose, senza casco e spesso senza rendersi conto della fragilità di chi cammina o si muove accanto a loro. La norma che introduce il casco obbligatorio e i limiti di velocità è sacrosanta: prevenire incidenti, anche gravi, è l’unico obiettivo possibile.

Quanti anziani travolti dai monopattini?

Quante volte abbiamo letto di anziani travolti su un marciapiede, di bambini sfiorati da monopattini lanciati come bolidi? La libertà di muoversi in modo sostenibile non può trasformarsi in anarchia. Regole chiare e pene certe sono essenziali per ristabilire un equilibrio tra innovazione e sicurezza.

Un messaggio culturale prima che repressivo

Tuttavia, l’aspetto più importante resta la funzione educativa della legge. L’obiettivo non deve essere quello di riempire le casse dello Stato con le multe, ma di creare consapevolezza. Guidare in stato di ebbrezza, superare i limiti di velocità, o utilizzare mezzi come i monopattini senza criterio non sono solo infrazioni: sono scelte irresponsabili che mettono in pericolo vite umane. Ecco perché è necessario affiancare campagne di sensibilizzazione, promuovere l’educazione stradale nelle scuole e lanciare messaggi chiari sui rischi e sulle conseguenze delle proprie azioni.

Opportunità di cambiamento?

Il nuovo Codice della Strada, dunque, non è solo una lista di divieti e sanzioni, ma un’opportunità per avviare un cambiamento culturale profondo.

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di Ornella Trotta

Ornella Trotta

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