Piccola e graziosa, dagli ambienti molto ristretti ma ricercati. Dimenticate per un attimo le ricche dimore pompeiane, con il classico atrio e l’impluvio per la raccolta dell’acqua. La nuova abitazione emersa dagli scavi di Pompei ricorda, infatti, più una minuscola tiny house inglese, che una villa romana.
Alberto Angela è tornato sul posto per raccontare questa nuova scoperta. Il servizio integrale sarà trasmesso sabato 26 ottobre, alle ore 15, nella trasmissione Passaggio a Nord Ovest, in onda su Raiuno.
La sorprendente scoperta è avvenuta nel cantiere in corso presso l’Insula dei casti amanti, lungo Via dell’Abbondanza.
Si tratta di una casa autonoma, che presenta spazi molto ridotti ma – a differenza di una tipica tiny house, più semplice – decorazioni estremamente raffinate.
L’abitazione – che probabilmente rifletteva i mutamenti in atto nella società del I secolo d.C. – colpisce proprio per le decorazioni parietali e, in particolare, per l’affresco che rappresenta il mito di Ippolito e Fedra. Da qui la denominazione, ancora provvisoria, di “Casa di Fedra”.
Il cantiere, anche se incompleto, è visitabile attraverso un sistema di passerelle sopraelevate.
«È un esempio di archeologia pubblica o, come preferisco chiamarla, archeologia circolare» ha dichiarato il Direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel. Un luogo dove «conservazione, ricerca, gestione, accessibilità e fruizione formano un circuito virtuoso».
Insomma, si scava e si restaura sotto gli occhi dei visitatori.
Per Zuchtriegel «visitare Pompei e osservare il lavoro di archeologi e restauratori può aiutarci a capire perché vale la pena documentare e salvaguardare le tracce delle generazioni che hanno vissuto prima di noi».
I due ambienti oggetto di indagine si trovano nella parte retrostante dell’abitazione.
Nel primo, oltre al quadretto che ritrae Ippolito e Fedra, le pareti mostrano diverse scene e personaggi mitologici. Tra questi, un amplesso tra un satiro e una ninfa, una coppia divina – forse Venere e Adone – e una scena, purtroppo danneggiata, che potrebbe rappresentare il Giudizio di Paride.
Una finestra si affaccia su un cortile, dove si può scorgere un piccolo larario, ossia un altare domestico, decorato con motivi vegetali e animali. Il cortile è dotato di una zona coperta che precede una vasca con le pareti dipinte di rosso.
All’interno degli ambienti sono stati rinvenuti, inoltre, alcuni oggetti rituali, lasciati con l’ultima offerta prima dell’eruzione del 79 d.C. che distrusse Pompei. Nel dettaglio, un bruciaprofumi in ceramica e una lucerna, entrambi con evidenti tracce di bruciato.
NAPOLI. Chi l'avrebbe mai detto che una ciabatta nei reni potesse far ridere così tanto?…
Sarà Diventare umani (Becoming Human) il filo conduttore della 55esima edizione del Giffoni Film Festival, in…
Il Sindaco Conte vince al Tar la battaglia in difesa dell’ospedale di Eboli. Pubblicata…
Salvatore Forte racconta il Giappone e la fine del gemellaggio tra Salerno e Tono di…
Bilancio, progetti, assunzioni, tutte le news dalla Banca Monte Pruno, intervista a Michele Albanese, direttore…
Accompagnato da Antonio Larizza, Presidente di Artis Suavitas Aps e ricevuto da Rodolfo Conenna, direttore generale dell’Azienda…
Leave a Comment