Sud ed elezioni europee tra astensionismo, malcontento e bassi redditi
Al Sud ha vinto l’astensionismo, ha votato soltanto il 43,73%, é andata peggio nelle isole dove ha votato solo il 37,31% .
Al Sud il Pd ha superato Fratelli d’Italia, il partito di Meloni che raggiunge il 23,59%.
Che cosa hanno voluto dire gli elettori del Mezzogiorno ai leader politici?
Forse che Il Sud dice no al partito di Meloni.
Che l’ autonomia differenziata nega il concetto di nazione.
E che la legalità é un valore.
Che chiudersi all’Europa rappresenta “quanto più di antigiovanile e di anti meridionale si possa immaginare”.
Sono questi i temi dell’attenta riflessione su Repubblica di oggi di Isaia Sales.
L’editorialista scrive: “Dalla parte del Paese socialmente più vulnerabile,
logorata dalla crisi economica e rancorosa verso le
istituzioni, si indirizza al governo un preciso messaggio: qui
la nuova era di prosperità annunciata non si è ancora vista”.
Molti hanno pensato di protestare con l’astensionismo, altri hanno pensato di poter contrastare con il voto l’autonomia differenziata.
“Un mese fa – continua Isaia Sales – in un sondaggio di Demopolis, l’81% dei
meridionali si era dichiarato contrario all’Autonomia.
Nell’epoca berlusconiana i peggiori approdi del secessionismo leghista erano stati impediti da Fini. Oggi ,invece, Fratelli d’Italia si accinge ad approvare la più
grande sconfessione della tradizione unitarista della destra italiana”.
Il politico tende a coccolare chi può candidarlo. Non cerca chi può voltarlo, cioè il cittadino, ma segue chi può candidarlo.
E’ tutto qui l’inganno e il malcontento e la distanza dalla politica.
Pochi fanno politica tra i cittadini, nelle campagne del Sud, nei borghi del Mezzogiorno.
E’ proprio vero quanto afferma un mio amico, e cioè che i politici dovrebbero spostare la sedia dai palchi alla folla.
Un leader comunista diceva che “anche per l’allocazione di una fontana era necessario consultare i comitati di quartiere”.
Quanta saggezza in quelle parole.
Al Sud Pd, M5S, Verdi e Sinistra si attestano al 46,85%, superano il centro destra che raggiunge 41,12%.
“lo schieramento progressista italiano aveva innanzitutto bisogno di ritrovare un’anima prima di inseguire un centro. L’indifferenza verso la sofferenza di una parte della popolazione, la disabitudine a preoccuparsi dell’indigenza, la cecità verso il disagio sociale, hanno devastato il campo della sinistra”.
Lavoratori precari, irregolari, a basso reddito sono i nuovi poveri.
Chi se ne occupa? Chi li prende a cuore?
La destra meloniana? Salvini? I partiti di sinistra?
Sales invita la sinistra ad avere la stessa attenzione che aveva un tempo per la classe operaia “impegnarsi contro le grandi strutture di
diseguaglianza che sono diventate la sanità pubblica, la
scuola, l’università, il mercato del lavoro o i servizi pubblici al
Sud, è un obbligo democratico”.
E il Pd? Se vuole rinascere deve ripartire dai poveri, dai bisogni reali delle persone
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