Maggio dei Monumenti alla Cappella Pignatelli
Dalla realtà virtuale cinematica allo storytelling digitale spazializzato.
Ormai ci sono tutte le più moderne tecnologie al servizio della fruizione del patrimonio culturale nelle modalità di visita alla Cappella Pignatelli, uno degli scrigni più rari della Napoli del Rinascimento che sorge proprio nel cuore del centro antico partenopeo, al Largo Corpo di Napoli, allineata lungo il decumano inferiore della città greco-romana, dove si incrociano piazzetta Nilo e San Biagio dei Librai.
E’ stato possibile scoprirlo dal 21 al 23 maggio nelle tre giornate evento ideate dall’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli nell’ambito del programma del Maggio dei Monumenti 2024 “Le acque di Napoli”, promosso dal Comune di Napoli (programma completo degli appuntamenti su www.unisob.na.it/eventi).
È stato infatti proprio l’Ateneo napoletano, che nel 1992 è stato il primo in Italia ad aprire un corso di laurea specificamente dedicato alla conservazione e al restauro dei beni culturali, a curare la rinascita della Cappella Pignatelli che nel 2018 è stato il primo della serie dei gioielli del grande progetto “Centro Storico di Napoli – Sito UNESCO” a ritrovare la luce in versione restaurata. Sul finire degli anni ’60 era diventata persino un deposito abusivo di sedie.
Oggi, grazie al lavoro dell’Università Suor Orsola Benincasa, divenuta proprietaria della Cappella negli anni novanta a seguito della donazione della famiglia Pignatelli, la Cappella Pignatelli è stata finalmente restituita alla città con una destinazione “pubblica” per attività culturali, convegni, mostre, spazi di informazione e documentazione sul centro storico e soprattutto per rappresentare ‘la porta’ di accesso al grande patrimonio storico-artistico del centro storico di Napoli.
Una storia a lieto fine ricostruita nel volume collettaneo “La chiesa e cappella di Santa Maria dei Pignatelli a Napoli” (Arte’m Editore) a cura di Pierluigi Leone de Castris.
“Una parte cospicua di questo volume – sottolinea il Rettore del Suor Orsola, Lucio d’Alessandro – è dedicata proprio al vasto programma di lavori realizzati dal Suor Orsola: lavori non solo di restauro della struttura e di sistemazione degli ambienti annessi, ma di recupero e ricollocamento su nuovi supporti nel sito originario, devastato dai furti degli anni Settanta, delle importanti sculture di Diego de Silóe pertinenti alla cappellina di Caterina Pignatelli. Un Ateneo specializzato in tutti gli ambiti di integrazione tra le scienze umane e le nuove tecnologie ha trovato nella Cappella Pignatelli uno straordinario dimostratore delle potenzialità delle tecnologie digitali per la valorizzazione del patrimonio culturale”.
Particolarmente significative da questo punto di vista sono le cinque esperienze di visita interattive e multimodali che, come evidenzia il Rettore, “hanno reso questo capolavoro architettonico e artistico un modello originale (ma replicabile ed esportabile) di interazione armonica e funzionale tra opere d’arte e tecnologie digitali”. Esperienze presentate mercoledì 22 maggio dal direttore del Centro di Ricerca “Scienza Nuova” del Suor Orsola, Roberto Montanari, insieme con i ricercatori che hanno lavorato al progetto: Barbara Balbi, Marianna Cuomo, Francesca Nicolais e Roberta Presta.
Oggi si é svolto l’evento conclusivo con Clemente Esposito, presidente del Centro Speleologico Meridionale che sarà dedicato al tema “Cappella Pignatelli, il sottosuolo, l’acqua e gli antichi acquedotti di Napoli”.
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