L’opinione

Le leggi che imbrigliano i deboli…

Le leggi che imbrigliano i deboli…

Molti secoli fa Plutarco scriveva che le leggi sono come le ragnatele, perché imbrigliano i deboli, ma vengono spezzate facilmente dai potenti. 

Una metafora di grande attualità, soprattutto se rapportata alla questione dell’ordine pubblico e della sicurezza in generale.

Una convinzione  amara da parte dell’opinione pubblica, sempre più convinta della disparità di comportamento da parte delle forze dell’ordine, così solerti nel soffocare brutalmente i cortei pacifisti di giovani disarmati ed altrettanto impotenti nel reprimere i fenomeni di devianza che affliggono quotidianamente la nostra società.

Quartieri reputati “off limits”, piazze di spaccio e di prostituzione.
Una criminalità organizzata che ormai ha raggiunto livelli di ramificazione e di impunità, tali da consentire ai propri capi delle latitanze a vita.

 Finanche la sicurezza stradale, che ignora controlli severi sulle infrastrutture, spesso da Terzo Mondo, vede invece uno sforzo creativo da parte delle amministrazioni locali nel mungere le tasche degli automobilisti con autovelox e sorpassometri allocati sulle strade statali, solo per alimentare le squinternate  casse comunali.

Una sorta di pedaggio occulto pagato dai non residenti in quello che è diventato il “Far West” dei controlli, in una gara tra i Comuni a contendersi il proprio pezzo di sovranità esattiva,  spacciato per controllo del territorio.

 In un’Italia isterica ed ipocrita, dove evidentemente è molto più facile fare i forti con i deboli, picchiando dei ragazzi, la cui protesta andava contenuta e non repressa, rispetto a chi sovverte davvero l’ordine pubblico, si ha la netta sensazione di un doppiopesismo che rischia di alimentare una spirale di sfiducia, minando seriamente la credibilità delle istituzioni.
Non possiamo permetterci uno scollamento della società civile da un’idea condivisa di sicurezza e di ordine pubblico, pena la tenuta di quell’equilibrio sociale che è alla base di ogni democrazia.

Il richiamo del Presidente della Repubblica, sicuramente allarmato dal ripetersi di certi episodi, è un monito soprattutto alle forze politiche affinchè non si dividano in una “politicizzazione” di questi eventi, atteggiamento che finirebbe per accrescere un clima di tensione, dagli effetti incontrollabili ed irreversibili.

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di Egidio Marchetti

Egidio Marchetti

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