SALA CONSILINA. Il brigadiere Maione e Bambinella protagonisti, assieme a Melina, di Mettici la mano, in scena al teatro Scarpetta di Sala Consilina.
Dalla penna di Maurizio De Giovanni un nuovo racconto che vede protagonisti Antonio Milo e Adriano Falivene nei panni dei loro personaggi, già tanto amati, tra gli estimatori de Il Commissario Ricciardi.
Con loro in scena Elisabetta Mirra nel ruolo di Carmela Caputo (Melina), giovane donna arrabbiata con la vita e colpevole di un atto criminoso.
Siamo nel 1943, in un sottoscala di Napoli, dove tra le bombe nemiche e la contraerea a difesa della città, i 3 cercano rifugio ritrovandosi al cospetto della statua della Madonna.
Fin dal primo istante, quando Maione e Bambinella si ritrovano nel sottoscala, rinasce la complicità quasi magica a cui i due attori, perfettamente trasfigurati nei loro alter ego, ci hanno abituato; tra i due non c’è mai un tempo perso, un movimento fuori posto, uno sguardo o un tocco che non appaia naturale.
L’amicizia nata tra i due personaggi partoriti da De Giovanni e cresciuta di confidenza in confidenza, di soffiata in soffiata, è per loro supporto e aiuto nelle non facili giornate, martoriate da una guerra ancora tanto di là dal terminare.
Adriano Falivene (Bambinella), nel ruolo del femminiello, ci fa ridere e ci fa commuovere. La sua vita non è stata mai facile, imprigionato in un corpo che non è né maschio né femmina. Eppure non perde mai il sorriso e neanche la fede verso la Madonna, cui ad ogni scoppio di bomba implora di “metterci la mano” e farli ritornare sani e salvi a casa.
Innamorato senza speranza del grande e grosso brigadiere che un giorno lo salvò dalla galera con un cenno del capo, riesce sempre a strappargli un sorriso, anche quando “la guardia” tenta di mantenere quel contegno che gli impone la divisa, da lui tanto amata.
E che dire di Antonio Milo (brigadiere Raffaele Maione), che appena entra in scena con gli stivaloni, la divisa e l’acconciatura anni ’40, fa fermare le lancette restituendo il Terzo Millennio a un magistrale hic et nunc.
Bravissima Elisabetta Mirra (Melina), che riesce ad entrare con estrema naturalezza in questo passo a due, rendendo la pièce armonicamente perfetta.
Meravigliosi la scenografia, le musiche e i costumi. Su tutto domina la mano d’artista del regista Alessandro D’Alatri, già direttore della prima stagione del Ricciardi televisivo.
Menzione d’onore al “rispustera” di edoardiana memoria, termine con cui Maione appella la scontrosa Melina: chi, anche quest’anno come ogni Natale, si è nutrito a struffoli e Luca Cupiello, ha davvero apprezzato!
Del Commissario, questo spettacolo rappresenta un vero e proprio “spin off” dal vivo; non è il primo e ci auguriamo tutti non sia l’ultimo.
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