Volge al termine, domani 3 dicembre, l’ottava edizione di “Quartieri di Vita. Life infected with Social Theatre!”.
“Se il quartiere è sugli alberi” è il titolo dell’incontro speciale che chiuderà il Festival di formazione e teatro sociale, ideato da Ruggero Cappuccio.
Un chiaro omaggio al romanzo fantastico “Il Barone Rampante” di Italo Calvino, dedicato al centenario dalla nascita dell’autore.
La kermesse è organizzata, con il sostegno della Regione Campania e del Ministero della Cultura, dalla Fondazione Campania dei Festival, in collaborazione con i Cluster Eunic-European Union National Institutes for Culture di Roma e Napoli.
La chiusura è prevista per domani alle ore 17, presso il teatro “Enrico Caruso” della Chiesa Santi Giovanni e Paolo di Napoli, a pochi passi dalla casa natale del celebre tenore.
Qui, l’intera comunità di Quartieri di Vita, fatta di artisti, partecipanti e partner, traccerà il bilancio e analizzerà le prospettive di una rassegna di teatro sociale unica nel panorama nazionale.
La storia di Cosimo Piovasco di Rondò, il ragazzino protagonista del capolavoro di Calvino, incarna lo spirito dell’edizione 2023 del Festival.
Il romanzo apre una prospettiva profonda sulla ricerca di significati nella vita umana, le relazioni nella comunità e la costruzione di un mondo proprio.
Il progetto, il Quartiere e la diversità delle esperienze umane che in esso si riversano, costituiscono, proprio come il bosco di Cosimo, il mondo altro da cui avviare un percorso nuovo.
Un cammino volto a coinvolgere la comunità locale in un processo creativo collaborativo, incoraggiando la partecipazione attiva e la condivisione attraverso il linguaggio teatrale.
Dopo i saluti istituzionali, sarà proiettato il documentario su “Quartieri di Vita 2023” diretto dalla regista Nadia Baldi. Seguiranno gli interventi di registi, artisti, docenti universitari e diplomatici.
Le conclusioni saranno affidate a Ruggero Cappuccio, Direttore Artistico della Fondazione Campania dei Festival.
Un ragazzo sale su un albero e per protesta non scenderà mai più. È questo il cuore del “Barone Rampante” di Italo Calvino.
A Quartieri di Vita stanno a cuore proprio queste eccezioni. «Quelle incarnate appunto da chi è salito sugli alberi o da chi sugli alberi ci è nato» fa sapere Cappuccio.
Secondo il direttore artistico, il teatro aiuta a viverci sopra creando passaggi impensabili tra una quercia e un platano.
«Il teatro aiuta a trovare il coraggio di arrampicarsi fino alla cima di un pioppo e aiuta a non avere paura di tornare a terra».
«Quartieri di Vita esplora quest’anno il pensiero di Calvino e cerca quei preziosi reperti vivi che sono le sue parole, per incendiarle con la voce e fare luce. Nella piena consapevolezza che solo l’arte ci può aiutare a uscire dal buio» conclude Cappuccio.
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