Le donne vittime di violenza custodiscono segreti e per capirlo devi guardarle negli occhi.
Occhi sfuggenti che nascondono verità amare.
Troppo spesso il mostro vive con loro, sotto lo stesso tetto e la casa diventa teatro degli orrori.
Inspiegabilmente la vittima si sente colpevole, colpevole delle violenze che subisce.
Spesso non lavora e non é autonoma.
Il sostegno psicologico e il lavoro sono gli strumenti di emancipazione della donna vittima di violenza.
Lo sanno bene i vertici della Banca Monte Pruno che giovedì 9 novembre hanno siglato una lodevole intesa con l’Associazione Sportello Rosa APS di Salerno, un’intesa per offrire consulenza psicologica e borse lavoro alle vittime di violenza di genere.
Per la Fondazione Banca Monte Pruno ha sottoscritto l’impegno il Presidente Michele Albanese.
Per l’Associazione Sportello Rosa APS di Salerno ha firmato il Presidente, l’avvocato Maria Gabriella Marotta.
L’intesa prevede l’accoglienza abitativa per le prime trentasei ore presso la propria struttura e presso altre strutture di ospitalità.
Inoltre la Fondazione Monte Pruno si è impegnata ad agevolare la prima accoglienza delle donne e dei propri figli e a garantire l’ intervento di una psicologa per un sostegno emotivo immediato.
La Fondazione si é impegnata, inoltre, ad erogare “borse lavoro” della durata di sei mesi per agevolare l’ingresso nel mondo del lavoro delle vittime anche con percorsi di tutoraggio individualizzati.
Per noi é importante- ha dichiarato Michele Albanese, Presidente della Fondazione Monte Pruno – aver posto l’attenzione su un problema, troppe volte nascosto, abbiamo agito in collaborazione con Sportello Rosa e con la sua presidente perché abbiamo a cuore la sorte delle donne vittime di violenza e dei loro figli. A queste donne noi diciamo che non sono sole”.
Un intervento concreto ed efficace se si considerano i recenti dati Istat: “Le donne subiscono minacce (12,3%), sono spintonate o strattonate (11,5%), sono oggetto di schiaffi, calci, pugni e morsi (7,3%).
Altre volte sono colpite con oggetti che possono fare male (6,1%).
Meno frequenti le forme più gravi come il tentato strangolamento, l’ustione, il soffocamento e la minaccia o l’uso di armi.
Tra le donne che hanno subìto violenze sessuali, le più diffuse sono le molestie fisiche, cioè l’essere toccate o abbracciate o baciate contro la propria volontà (15,6%), i rapporti indesiderati vissuti come violenze (4,7%), gli stupri (3%) e i tentati stupri (3,5%).
Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner, parenti o amici. Gli stupri sono stati commessi nel 62,7% dei casi da partner”.
La Fondazione Monte Pruno che opera in stretta sinergia con la Banca Monte Pruno per le attività di beneficienza e utilità sociale, ancora una volta, ha risposto alle esigenze dei territori e delle persone fragili.
Chi é più fragile di una donna vittima di violenza con figli e priva di lavoro?
E’ noto che la Banca Monte Pruno é forte per ragioni di bilancio, ma anche perché é sempre attenta alle esigenze del territorio.
Il bello é che con le borse lavoro e con il sostegno psicologico alle vittime di violenza di genere la Monte Pruno ha superato se stessa perché ha saputo interpretare, con onestà e lungimiranza, le urgenze dei nostri giorni e ha dato risposte ad un disagio nascosto, ma diffuso.
L’intesa siglata giovedì é in linea con i valori della Fondazione Monte Pruno, che opera in stretta sinergia e collaborazione con la BCC Monte Pruno.
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