di Egidio Marchetti
Se il cafone col Suv é un esempio. Lettera al Procuratore Gratteri
Caro Procuratore Gratteri, se i giovani di oggi reputano i loro “professori degli sfigati”, mentre guardano con ammirazione i “cafoni in Suv”, questo dipende dalla scala dei valori di una società malata, costruita così proprio dai loro genitori.
Un Paese capovolto, dove i furbi godono di ammirazione, mentre gli onesti passano per fessi.
Dove il privilegio ed il nepotismo regnano sovrani, con la falsa morale di politici e giornalisti, cresciuti nel sistema e che oggi sputano nel piatto dove hanno mangiato, dopo aver sistemato i propri figli in Parlamento ed in RAI.
Il Paese dei balocchi per i baroni universitari, che tramandano le cattedre per linea ereditaria.
L’Italia delle sentenze comprate, delle evasioni e degli scudi fiscali, degli abusi e dei condoni.
L’Italia del peccato e del perdono facile.
Dove un boss venne addirittura sepolto in una basilica pontificia, per aver contribuito generosamente al sostentamento di qualche prelato.
Mentre i figli migliori sono stati lasciati soli e poi uccisi, come Aldo Moro e Giovanni Falcone, mai difesi sufficientemente in vita ed anzi, spesso perseguitati, salvo poi essere ossequiati da morti.
L’Italia della mediocrità fatta sistema, degli utili idioti funzionali ad un modello di obbedienza agli interessi forti: nella politica, nella pubblica amministrazione, nelle aziende, senza pensare a quanta inefficienza ed ingiustizia si creano con queste scelte.
Il bello é, caro Procuratore che ci vuole coraggio per non cambiare, per non tradire certi valori.
A passare per fessi, vedendosi superati da tanti cretini che fanno carriera, superati per ragioni clientelari e non per merito.
Credo che non si possa restare stupiti da come crescono i giovani.
Valendo sempre la regole dell’esempio vissuto in famiglia.
“Giusti e sfigati” oppure “cafoni e vincenti” lo decideranno quasi sempre i genitori, come in una forma di “imprinting” nella loro formazione.
Ma siamo convinti che l’onestà venga ripagata in questo Paese?
Io non lo penso, anche se continuo a volerci credere, seguendo il principio “dell’ottimismo della volontà che si contrappone al pessimismo della ragione”. Passando anche per testardo, oltre che per fesso.
Mi rincuora comunque di essere in ottima compagnia, di tante madri e tanti padri che ci credono ancora, ma soprattutto di uomini come lei, Caro Procuratore Gratteri.
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