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Presto la donna della nostra vita sarà un robot. Lovotica e nuove frontiere giuridiche: martedì la lectio magistralis di Lucilla Gatt

di Liberato Luongo

 

 

 

 

 

Napoli – Presto la donna della nostra vita sarà un robot. Lovotica e nuove frontiere giuridiche: martedì la lectio magistralis di Lucilla Gatt

“Molto presto avremo anche la formalizzazione giuridica di matrimoni e unioni civili tra esseri umani e robot”.

Non mostra dubbi sulla futura codificazione anche normativa della ‘lovotica’ Lucilla Gatt, professore ordinario di Diritto civile all’Università Suor Orsola Benincasa, direttore del Centro di Ricerca REcepl in diritto privato europeo e titolare della cattedra Jean Monnet al Suor Orsola Benincasa dove insegna anche il “Diritto di famiglia nell’era digitale” all’interno dell’indirizzo in diritto delle nuove tecnologie del corso di laurea magistrale in Giurisprudenza.

 Del resto dal Giappone agli Stati Uniti già negli ultimi dieci anni ci sono stati numerosi esempi di ‘ufficializzazioni’, con tanto di cerimonie nuziali, di relazioni affettive tra esseri umani e robot.

Uno scenario che, per altro, il cinema italiano aveva immaginato oltre quarant’anni fa con l’indimenticabile “Io e Caterina” (1980) diretto e interpretato da Alberto Sordi.

Del futuro giuridico delle relazioni tra esseri umani e robot la professoressa Lucilla Gatt parlerà martedì 24 ottobre alle ore 14 nella Biblioteca Pagliara dell’Università Suor Orsola Benincasa (anche in diretta streaming su www.facebook.com/unisob) nel corso della sua lectio magistralis dedicata al tema “Robot e amore: alla frontiera della lovotica”.

Il bello é che a lezione di Lucilla Gatt si inserisce nell’ambito del ciclo di incontri “Capire il digitale” (programma completo su www.unisob.na.it/eventi) ideato dal Dipartimento di Scienze umanistiche del Suor Orsola con il coordinamento scientifico di Stefano De Luca e con l’obiettivo di applicare strumenti umanistici d’indagine alla comprensione della rivoluzione digitale e delle sue numerose conseguenze sotto il profilo giuridico, economico, sociologico e antropologico.

“La prospettiva Law&Tech nella ricerca in ambito giuridico – anticipa Lucilla Gatt – impone di non limitarsi ad esaminare l’esistente e di prevedere, invece, scenari di imminente realizzazione sebbene essi non siano stati ancora oggetto di analisi da parte della giurisprudenza.

Ciò vale soprattutto per il diritto delle persone e della famiglia dove la penetrazione della tecnologia e dei suoi prodotti più avanzati (robot antropomorfi dotati di sistemi di A.I., car robot e toys robot, avatar virtuali e robotici e ologrammi umanoidi solo per citare alcuni casi) è tale da aver creato ovunque nel mondo inequivocabili fenomeni di interazione emotiva dell’essere umano con la realtà tecnologica utilizzata”.

Ecco che, come chiarisce la Gatt, “ormai siamo giunti al punto da aver provocato convinzioni più o meno diffuse sulla possibilità che tra queste due entità, quella umana e quella artificiale, si generi un vero e proprio rapporto affettivo qualificabile in termini di matrimonio (o unione civile) o, addirittura, di filiazione”.

Ed a questo punto è evidente come questa visione possa essere foriera di una potenziale ed ormai imminente rivoluzione delle relazioni affettive umane anche a livello giuridico.

Dopo la lectio magistralis di Lucilla Gatt il ciclo di incontri “Capire il digitale” si chiuderà il 6 novembre alle 14 con l’intervento di Quirino Picone, docente di Web marketing all’Università Suor Orsola Benincasa, dedicato al tema “Google: una storia di successo (1997-2023).

“Nonostante la ‘rivoluzione digitale’ sia uno dei concetti-chiave del nostro tempo, nonostante la sua presenza pervasiva e il gran parlare che se ne fa – sottolinea Stefano De Luca, presidente del Corso di laurea magistrale in Lingue moderne per la comunicazione e la cooperazione internazionale del Suor Orsola e coordinatore scientifico dell’iniziativa – la maggior parte delle persone continua ad averne una conoscenza vaga, approssimativa e sostanzialmente inadeguata. Ma conoscere il digitale, che dà forma al nostro presente e al nostro futuro, è indispensabile per utilizzarlo consapevolmente, per governarlo e non esserne governati. Ecco perché anche e soprattutto le Università debbono favorire questo indispensabile processo di migliore comprensione”.

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