La sostenibilità è sempre più donna.
Recenti studi sull’eco gender gap dimostrano, infatti, che le donne tendono ad avere un’impronta ecologica più ridotta rispetto agli uomini: riciclano di più, sprecano meno acqua, assumono atteggiamenti più ecosostenibili.
«La sostenibilità è donna anche perché presuppone gesti di bellezza da compiere verso di sé e verso la terra».
Lo spiega Vincenza Mastascusa, biologa del Laboratorio di ricerca e sviluppo di cosmesi naturale “Lavandula”, prendendo in prestito le parole di Vanity Fair.
La giovane realtà imprenditoriale, nata nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, ha avviato un progetto di co-marketing green con il noto brand di abbigliamento “Giorgia & Johns”.
Il lavoro è basato sulle ultime tendenze di mercato, ma con un approccio completamente eco friendly.
«Le donne mostrano una forte etica dell’attenzione e una visione orientata al futuro che le porta ad avere una maggiore cura verso l’altro e ad essere socialmente responsabili» continua la dottoressa Vincenza Mastascusa.
«Tutto ciò si materializza in un forte interesse verso le tematiche ambientali».
Da questa premessa nasce il co-marketing green tra le due realtà aziendali “Lavandula” e “Giorgia & Johns”.
Si tratta di una capsule collection di cosmetici e capi di abbigliamento realizzata utilizzando circa seimila fiori di zafferano.
«I fiori di zafferano, byproducts di alcune aziende del Parco, sono il punto di partenza per la creazione di cosmetici dalle spiccate proprietà antiossidanti, elasticizzanti ed illuminanti, e delle stampe di tessuti di origine naturale» sottolinea la biologa.
L’iniziativa è stata presentata il 17 settembre scorso a Montesano sulla Marcellana, in occasione del convegno Cosmesi, moda, sostenibilità e co-marketing. L’essenza della cura e della bellezza nel rispetto dell’ambiente.
Organizzato in collaborazione con la sezione locale della Fidapa (Federazione Italiana Donne Arti Professioni ed Affari) e con il patrocinio dei Comuni di Montesano e di Castelcivita, l’evento ha messo in luce la straordinaria sinergia lavorativa instauratasi tra gli attori del territorio.
Tra questi, le aziende agricole «che hanno, con pazienza e competenza, recuperato i fiori di zafferano e fornito materie prime a km 0 e biologiche come l’olio di oliva».
Fondamentale è stato, inoltre, il lavoro svolto dal Centro di Ricerca, Innovazione e Sviluppo (Ce.R.I.S.). L’ente «ha caratterizzato l’estratto dei fiori e supportato tutte le analisi necessarie per la sicurezza e la commercializzazione dei cosmetici».
Infine, i fornitori di packaging hanno garantito l’utilizzo di «materiali sostenibili come plastica green e cartoncino proveniente da foreste gestite in modo sostenibile».
«La donna, con la sua bellezza e la sua cura – conclude Mastascusa – diviene testimonianza di tutte queste sinergie rivolte al rispetto e alla tutela dell’ambiente che ci circonda».
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