La rubrica Politeia di Antonio Polito apparsa ieri su Corriere del Mezzogiorno dal titolo “Se il sindaco di Salerno si chiama Napoli…” un po’ fa ridere, un po’ fa riflettere, ma la riflessione é amara.
La domanda che Antonio Polito rivolge a noi lettori é: “Possiamo tollerare una forma di protesta che consiste nell’impedire a un autore di presentare un libro a causa delle idee che vi esprime o anche solo delle sue idee in generale”?
Il riferimento é ai recenti fatti salernitani che hanno interessato due scrittori di chiara fama, Maurizio De Giovanni e Gaetano Quagliariello.
Il bello, anzi il brutto é che a entrambi si é “consigliato” di non presentare i loro libri a Salerno perché sono tifosi del Napoli.
Sulla vicenda che copre di vergogna l’intera città si era già espresso il professore Aniello Salzano, già sindaco di Salerno, in un’amara riflessione pubblicata da Il Mattino.
“Non é un quisqe de populo, uno sconosciuto, ma un ex ministro della Repubblica, un insigne e stimato cattedratico, un ottimo giornalista, discendente di un’ illustre famiglia salernitana che ha dato finanche un sindaco a Salerno”.
“Il professor Quagliariello é un uomo mite, un moderato, sempre misurato nei toni e nei modi, un fine conversatore che non ama le asprezze e odia lo scontro”.
“Purtroppo c’é chi arriva a questi livelli di inciviltà. E’ un tifoso del Napoli, un squadra della nostra terra che ha stravinto meritatamente lo scudetto.
Siamo tornati all’indice dei libri proibiti”.
“Un rappresentante comunale si é reso portavoce di una piccola frangia di tifosi della Salernitana che riteneva inopportuna la presentazione del libro nella sede individuata e il titolo stesso del volume.
Secondo questo consigliere comunale la presentazione del libro del professor Quagliariello avrebbe assunto le caratteristiche della provocazione nei confronti della tifoseria salernitana.
Siamo alla censura preventiva, purtroppo, per la seconda volta nel giro di un mese”.
“E’ vero, ha dimostrato nel corso della sua storia di essere civile e democratica come lo sanno essere le città di mare.
Non possiamo permettere che vinca la parte più retriva, esagitata e fondamentalista della tifoseria”.
“E’ compito dei massimi esponenti istituzionali e della società di calcio ribellarsi, Salerno deve continuare ad essere la città dell’accoglienza e della tolleranza.
Va messa ai margini quella esigua minoranza che proibisce ad altri di esprimersi liberamente, di tifare per la squadra cui si é legati.
La Salernitana che io amo, la squadra del mio cuore, deve unirsi e abbattere ogni barriera”.
“De Luca ha suggerito al Sindaco di invitarli nel Palazzo di Città e in quell’occasione ci sarò sicuramente, ma tocca ad altri presentarli, presenziare, dimostrando quanto è civile Salerno e quanto lo sono la maggioranza degli stessi tifosi.
Comunque perché i rapporti tra le due tifoserie si rasserenino serve anche la collaborazione dei massimi vertici della Salernitana e del Napoli…
In foto Aniello Salzano e Paulo Sosa
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