L'intervista

Veronica D’Elia, Nelide di Ricciardi, si racconta

NAPOLI. Incontro Veronica D’Elia, protagonista della fortunata fiction Il commissario Ricciardi , in un bar a Via Duomo, davanti a un buon caffè napoletano. Ed è subito simpatia.

Photo di Joyce Donnarumma

Quella della tata che si prende amorevolmente cura del tormentato commissario, è la sua prima esperienza in una produzione televisiva.

Tratto dai libri di Maurizio De Giovanni, il minuzioso lavoro di ricostruzione storica di una Napoli cupa, ma al tempo stesso solare e accogliente, ha da subito conquistato milioni di telespettatori, molti dei quali erano già stati conquistati dalla penna dello scrittore. Spesso accade che trasporre parole scritte in immagini risulti essere una scelta azzardata, non è stato questo il caso.

Tra i protagonisti della fiction spicca Nelide, giovane ragazza del Cilento interpretata dalla valdiano-cilentana Veronica D’Elia, che si ritrova a Napoli a prendere il posto di zia Rosa (Nunzia Schiano) nel governo della casa di Luigi Alfredo Ricciardi, Barone di Malomonte e Commissario della Squadra Mobile della Regia Questura di Napoli (Lino Guanciale).

Diplomata all’Accademia d’arte drammatica del teatro Bellini di Napoli nel 2013, Veronica D’Elia ha anche co-diretto le pièce L’impossibile è possibile e il possibile è facile Liberenergie (entrambe del 2014).

 

Veronica, come sei arrivata a interpretare Nelide?

 

Il regista della prima serie, Alessandro D’Alatri, mi ha visto a teatro ne La Cupa di Mimmo Borrelli e ha voluto conoscermi. Dopo un primo colloquio, ho fatto il provino su parte e l’ho superato. Così è nata la “mia” Nelide.

 

Noi siamo vicine di paese, quasi conterranee, e abbiamo la fortuna di poter rientrare quando vogliamo in posti dove per certi versi il tempo si rallenta.

C’è ancora qualche signora “cu lu maccatur ‘ngap” (con un foulard in testa) e, soprattutto d’estate, vedi transitare per la piazza del paese qualche trattore che rientra dai campi con su il raccolto del giorno.

Ti sei un po’ ispirata a questo tipo di personaggio?

 

Più che esteticamente, quello che mi ha ispirato è stato in primis la storia della mia famiglia. Quando mia nonna era giovane, ad esempio, erano molte le ragazze che andavano “a servizio” nelle città più grandi come Salerno o la stessa Napoli.

Ho ripreso, quindi, la fatica e la solitudine che le avrà certamente accompagnate nel momento in cui si sono viste costrette a lasciare la terra per il cemento.

 

Foto di scena – dalla pagina FB “Il Commissario Ricciardi”

Proprio il rapporto con “la terra” è il fulcro sul quale ho basato la mia interpretazione: Nelide è stata costretta a crescere in fretta. Ha avuto da subito molte responsabilità derivate dal fatto di dover governare una casa, dei fratelli più piccoli, mentre i genitori erano nei campi a lavorare. Tutto questo l’ha apparentemente indurita, ma ne ha fatto al tempo stesso una giovane donna curiosa e intraprendente.

 

Ci dai uno spoiler su lei e Sarracino? Riusciranno a vivere la loro storia d’amore?

 

Senza timore di spoiler, in quanto materiale già utilizzato per la fiction, il rapporto tra Nelide e Sarracino si svilupperà in sogno. Lui a lei piace e si è capito anche dagli atteggiamenti, ma lei resta sempre molto dura, ferma sui sui doveri. Solo in sogno si lascia andare.

 

Foto di scena – dalla pagina FB “Il Commissario Ricciardi”

 

A lui, come ad altri personaggi con i quali si interfaccia, Nelide regala sempre una perla di saggezza, un detto popolare che viene dal Cilento.

 

Sì, anche questa cosa dei proverbi, dei detti popolari, l’ho studiata a fondo.

Capitava che in famiglia, mentre si parlava, usciva fuori qualche detto che non conoscevo ed ero subito pronta con carta e penna per appuntarmelo. Diciamo che oltre a quelli “di scena”, ne ho imparati altri anche a prescindere dal copione, che comunque mi hanno aiutato ad entrare nella parte.

 

Primo personaggio importante, dunque, che ti ha portato a recitare anche in altre produzioni Rai (Imma Tataranni – Sostituto procuratore e Resta con me)

 

Esatto. Però mentre lì si è trattato di un personaggio che si è sviluppato in una singola puntata, con Nelide il discorso è più lungo e ho avuto modo di svilupparla di più.

 

Tu vieni dal teatro. Com’è stato ritrovarti a recitare davanti a una macchina da presa?

 

Il teatro è soprattutto voce. Ci insegnano che ti devono poter sentire fino all’ultima poltrona in fondo. Con la tv, il cinema, è diverso.

Innanzitutto qui la voce va modulata affinché il personaggio non sembri un matto che urla senza apparente motivo. Poi cambia il pubblico. Nel senso che in teatro il pubblico è lì per guardare uno spettacolo, qui invece ti ritrovi con un sacco di gente attorno, che però non sta guardando te, ma sta lavorando.

Le prime volte hai difficoltà a non fissarti a guardare la giraffa che ti è sopra, per esempio. Devi imparare a non lasciarti distrarre dal macchinista, dal microfonista che ti gravitano intorno, ma che vedi solo tu e che non appariranno nel prodotto finale.

Devo dire, poi, che la lunga serialità mi ha insegnato molto. Fin dalla prima scena nella prima serie di Ricciardi ho avuto accanto Nunzia Schiano che mi ha aiutato tantissimo. Gli stessi Lino Guanciale e Maria Vera Ratti (Enrica Colombo nella fiction) che sono i personaggi con cui ho avuto più scene, mi hanno messa subito a mio agio.

Esperienza faticosa, ma molto stimolante.

A teatro hai la tua compagnia, hai le prove lunghe sempre con gli stessi attori. Provi e riprovi per un mese, due, e si crea un rapporto di fiducia e anche di tranquillità, perché sono persone con cui passi molto tempo.

 

Quanto c’è di te nei tuoi personaggi e quanto loro lasciano in te una volta che li hai riposti nell’armadio assieme ai loro abiti?

 

Fare l’attrice mi piace, molto. Ho la possibilità di vivere mille vite, che altrimenti non potrei vivere. In Imma Tataranni, per esempio, sono un’assassina, e solo recitando quella parte ho potuto vivere per un momento quel tipo di sensazione.
Anche a teatro, dove ho interpretato Ofelia, ho potuto spingermi verso sentimenti e atteggiamenti altrimenti, e direi anche per fortuna, sconosciuti.
Nelide viene dal Cilento come me (Atena Lucana SA) e grazie a lei ho potuto raccontare una parte ancestrale di Veronica.

Per il resto, non sono solita giudicare i personaggi che interpreto. Non mi viene da pensare cose del tipo “io al suo posto avrei fatto così, avrei agito in quell’altro modo”. Mi piace raccontare il personaggio senza pregiudizi lasciandogli vivere la vita che devono vivere, a seconda delle esperienze che devono affrontare.

Nessun personaggio mi è mai antipatico, perché, e questo è il bello, in ognuno di loro ci sei sempre tu.

 

A giorni esce il film su Mario Bros che sarà doppiato da Claudio Santamaria. A te piacerebbe doppiare un fumetto, un personaggio di fantasia?

 

Sì, mi piacerebbe moltissimo. L’arte del doppiaggio mi affascina da sempre. Se mi chiedessero di doppiare una principessa lo farei, ma sarei più contenta di doppiare un folletto, un personaggio più cupo, ma anche un bambino un po’ maschiaccio.

 

Domanda di rito: i tuoi prossimi progetti?

 

A maggio sarò a Milano con La cupa di Mimmo Borrelli, al Piccolo Teatro Studio Melato. A giugno, invece, riprendiamo Dignità autonome di prostituzione di Luciano Melchionna, a Castel Sant’Elmo a Napoli.

Concludiamo con una perla di Nelide? La prima che ti viene in mente?

S’adda ventulià come vene ‘o viento

Anche qui si parte dalla terra, ma il significato è molto più profondo.

stampa

di Marianna Addesso

Marianna Addesso

Leave a Comment

Articoli recenti

I Carabinieri celebrano la Virgo fidelis

Nel pomeriggio di ieri i Carabinieri del Comando Provinciale di Salerno hanno celebrato la VirgoFidelis,…

19 ore fa

Da fenomeno web al teatro, Mandrake sfonda la quarta parete

NAPOLI. Chi l'avrebbe mai detto che una ciabatta nei reni potesse far ridere così tanto?…

2 giorni fa

“Diventare umani” sarà il tema del Giffoni Film Festival 2025

Sarà Diventare umani (Becoming Human) il filo conduttore della 55esima edizione del Giffoni Film Festival, in…

2 giorni fa

Ospedale di Eboli, il TAR dà ragione al sindaco Conte v

  Il Sindaco Conte vince al Tar la battaglia in difesa dell’ospedale di Eboli. Pubblicata…

2 giorni fa

Salvatore Forte racconta il Giappone e la fine del gemellaggio tra Salerno e Tono

Salvatore Forte racconta il Giappone e la fine del gemellaggio tra Salerno e Tono di…

2 giorni fa

Un caffè con Michele Albanese

Bilancio, progetti, assunzioni, tutte le news dalla Banca Monte Pruno, intervista a Michele Albanese, direttore…

3 giorni fa