Cultura

Il treno dei sogni: un viaggio a Lourdes tra fede e allegria

NAPOLI. Comincia dal teatro Bellini il tour promozionale dell’ultima fatica editoriale di Vincenzo Russo: Il treno dei sogni.

Dopo aver affrontato temi importanti come il mobbing, i diritti dei detenuti e il rapporto tra fede e superstizione, lo scrittore e poeta napoletano racconta un’esperienza personale.

A dialogare con l’autore la giornalista Giuliana Covella, l’editore di Homo Scrivens Aldo Putignano e l’attore e scrittore Paquito Catanzaro.

“Questa è la prima volta che in un mio libro parlo in prima persona – racconta l’autore – e mi metto completamente a nudo sviscerando emozioni e ricordi di un’avventura che dura ormai da molti anni”.

Dame e barellieri

Dopo 3 anni di stop dovuti alla pandemia, l’estate scorsa il treno “bianco” ha ripreso il suo pellegrinaggio dall’Italia verso Lourdes. I volontari vengono ancora appellati come un tempo: Dame (le donne) e Barellieri (tutti gli uomini al di sopra dei 17 anni).

L’esperienza che ne deriva “Ti lascia per giorni un senso quasi di beatitudine” spiega Raffaella, sorella dell’autore e prima in famiglia a compiere il viaggio.

“Grazie a lei ho voluto provare in prima persona a dare un contributo concreto, un aiuto vero a chi ha bisogno. Ho visto Raffaella rientrare da uno di questi viaggi completamente diversa. Chiusa in camera per giorni, sembrava vivesse in un mondo a parte, sempre con un sorriso negli occhi che la rendeva particolarmente radiosa”.

 

Poeta, scrittore e animatore culturale, Vincenzo Russo è stato più volte premiato per la sua attività nel sociale. Patron del concorso letterario “Talenti Vesuviani”, ogni anno durante le premiazioni, affronta, tra gli altri, il tema della legalità, dedicando una sezione del concorso proprio a questo.

Tra i vari riconoscimenti ottenuti, due ai quali è molto legato.

La medaglia d’oro con l’effigie di Sua Santità Giovanni Paolo II ricevuta come premio per una sua poesia a lui dedicata, nel 2009, e un’altra conferitagli da Papa Francesco I nel 2021.

“Ogni tanto mi aspetto che qualcuno dalla Santa Sede mi telefoni e mi comunichi che me le hanno ritirare entrambe”, scherza Vincenzo, che da piccolo era quello che in famiglia si distingueva per la forte esuberanza.

La forza di questo autore è proprio l’ironia, in primis verso se stesso.

Il suo modo di scrivere sebbene a volte dissacrante, non perde mai di vista il buon gusto e il rispetto per i temi di cui parla.

“Tutti dovremmo fare qualcosa, anche piccola, per cercare di rendere migliore questo mondo”. Lui lo fa con la penna e lo fa perché ci crede.

Paquito Catanzaro, a chiosa delle letture fatte durante la presentazione, per descrivere l’autore ha scelto la musica e tra le scelte c’era “Esseri umani”, brano di Marco Mengoni.

Il ritornello recita “Credo negli esseri umani che hanno il coraggio di essere umani” e non c’è dubbio che Vincenzo Russo sia un essere umano che ha il coraggio di essere, soprattutto, umano.

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di Marianna Addesso

Marianna Addesso

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