“La lunga strada nel PD per me finisce qui”.
IL senatore Gianni Pittella affida ad un post fb le ragioni del suo addio al Partito Democratico.
“Lo scrivo senza polemica e con grande serenità d’animo.
Molte delle ragioni politiche e culturali che mi avevano indotto a scegliere di contribuire alla sua fondazione e dipoi a candidarmi alla segreteria del partito mi appaiono in questa fase storica più sbiadite e incerte.
E aggiungo che negli ultimi tempi si sono aggiunte anche delusioni umane, quando per me, come chi mi conosce sa, il rapporto umano ha un valore prezioso”.
Campione di voti é stato deputato alla Camera dal 1996 al 1999 e europarlamentare dal 1999 al 2018, dove ha ricoperto gli incarichi di vicepresidente vicario del Parlamento europeo dal 2009 al 2014 e presidente dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici dal 2014 al 2018.
A gennaio 2017 per una manciata di voti non vinse le presidenziali del Parlamento Europeo.
Attualmente é senatore della Repubblica e sindaco di Lauria, sua città natale.
Il più votato del PD nel collegio meridionale con 230 mila preferenze.
Un campione di voti che motiva la scelta: “Molti argomenti di considerazione politica li avevo avanzati in sede pubblica.
Rivendicavo la necessità di accentuare il carattere riformista e riformatore del partito, compiendo scelte nette e moderne su temi strategici, sviluppo, indipendenza energetica, mercato del lavoro, giustizia e garanzie per i cittadini.
Ho avuto per risposta una certa ondivaga tiepidezza, per lo più per non collidere con le posizioni tradizionali della sinistra massimalista o dei 5Stelle”.
La speranza: “Il Terzo Polo di Calenda e Renzi mi pare un embrione di speranza. L’idea che la grande questione liberalsocialista in Italia possa trovare una casa, che il filone socialista e liberale di Gobetti, Rosselli e Bobbio possa alimentare un progetto e ispirare scelte concrete.
È un tentativo che va incoraggiato perchè va incoraggiato chi si pone sulla posizione più avanzata e moderna e prova a liberarsi dalla camicia di forza di un bipolarismo tra un PD impalpabile e una destra priva ormai di una bussola moderata, di una autentica cultura di governo e a cui sarebbe un disastro consegnare il Paese. Una destra con tratti antieuropei, antimeridionali, antitlantici, non solidaristici e soprattutto statalista e diffidente nei confronti del mercato.
Sono del resto i partiti che per mero calcolo elettorale hanno sfiduciato in Parlamento Mario Draghi e il suo lavoro straordinario per rimettere in piedi il Paese. Con il Terzo Polo proveremo a dire cose sensate e serie, senza promettere di più di ciò che è realizzabile e di ciò che serve all’Italia, al Sud e alla Basilicata”.
E poi c’é una ragione in più, forte.
“Come sapete per me viene sempre prima la politica. Anche se stavolta non c’è solo la politica. C’è mio fratello Marcello.
Come noto, a pochi mesi dalle scorse elezioni regionali, fu arrestato da Presidente di Regione in carica. Ovviamente fu costretto a non ricandidarsi Presidente quando aveva buone chance di riconferma. Pochi mesi dopo gli venne un brutto male. A dicembre 2021, dicembre scorso, ha superato la vicenda giudiziaria con assoluzione piena e pure il malanno fisico, nonostante qualche piccolo acciacco resti”.
L’affetto dei cittadini per Marcello Pittella
“Tra i cittadini si è scatenato un moto di affetto, grande.
Dai vertici del Partito Democratico, al netto di qualche telefonata di singoli autorevoli membri di governo, non una parola o quasi. Questo la dice lunga, non sulla vicenda o sulla persona Pittella, ma sulla cultura del PD sui diritti e le garanzie.
Un’altra buona ragione per fare la battaglia con Carlo Calenda e per votare Marcello Pittella al Senato in Basilicata”.
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