BRESCIA. Siete alla ricerca di un accessorio che renda unico il vostro look? Viviana La Via propone una soluzione che sa decisamente di natura. Petali e foglioline “intrappolati nel rame”, che diventano preziosi gioielli botanici.
Viviana, quando hai cominciato ad intrappolare fiori e foglie nel rame?
«I primi gioielli botanici in rame li ho realizzati nel 2018, dopo aver sperimentato diverse tecniche. Ho iniziato ad immergere foglie e fiori nella resina trasparente, ma il risultato non mi soddisfaceva perché rimanevano schiacciati in una forma bidimensionale. Dopo tante ricerche, ho scoperto che il rame riusciva a preservare sia il colore che la forma originale. Così, la prima volta che è venuta fuori una foglia, mi sono detta: lo farò per sempre!».
«Quando faccio una passeggiata guardo quasi sempre a terra in cerca di una forma particolare da raccogliere: foglie, fiori, pietre, rametti…e non solo. Il cardo, ad esempio, è un fiore bellissimo, ma non è adatto per realizzare un gioiello perché la sua forma punge. Felci, foglie di ginkgo, gerani, ortensie, sono più adatti».
Ci spieghi come avviene il processo di lavorazione?
«Il mio lavoro è un po’ il contrario di quello che fa il designer. Non penso, disegno e realizzo, ma raccolgo, studio le forme e immagino cosa potrebbero diventare: un orecchino, un bracciale, una collana. Poi immergo la forma che ho scelto nel bagno galvanico, ci vogliono dalle 24 alle 36 ore prima che si ricopra di rame».
Le creazioni più bizzarre che hai realizzato?
«Piccoli fossili, che non sempre trasformo in gioielli. A volte, invece, sono proprio i miei clienti a chiedermi di placcare in rame anche dei piccoli insetti. Gli accessori che vendo di più sono, invece, gli orecchini con le foglie di ginkgo».
Come si conserva un gioiello in rame?
«Personalmente amo i gioielli che subiscono il tempo e questo forse deriva dalla mia esperienza nel restauro, ma non per tutti è così. Per preservare il rame dall’ossidazione suggerisco sale, limone e uno spazzolino. Così il metallo ritorna chiaro senza ricorrere a prodotti chimici».
Chi è che sceglie di indossare gioielli botanici?
«Sono persone bellissime, che conservano anche la più piccola fogliolina come se fosse un amuleto. I miei clienti, in particolare quelli che vivono negli Stati Uniti, riconoscono il valore aggiunto del prodotto realizzato a mano in Italia, dal gioiello fino al packaging. Spesso mi chiedono di scrivergli un bigliettino in italiano e questo mi riempie di gioia».
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