PIETRASANTA (LU). Giacche militari che diventano capi spalla chic e femminili, tappezzerie dal gusto retrò che rinascono in borse coloratissime: l’upcycling è la nuova frontiera del bello!
Siamo a Pietrasanta, città del marmo e degli artisti, capoluogo storico della Versilia. Qui, nel suo atelier, Laura Ciregia smonta e rimonta capi vintage di manifattura pregiata per dare vita a forme uniche e silhouette senza tempo.
«L’upcycle è un concetto attualissimo che indica il processo attraverso il quale, a partire da tessuti di scarto o da capi già esistenti, si creano abiti ed accessori nuovi e di maggior valore. In questo senso – ci spiega Laura – la parola “upcycle” è perfetta perché “up” rende bene l’idea del valore aggiunto».
Si tratta di un modello di economia circolare che annovera tra i suoi vantaggi:
Per realizzare un abito di sartoria vintage Laura conduce numerose ricerche, sceglie il tipo di capo che vuole creare, compra pezzi vintage, li scompone e restituisce loro una nuova vita.
Laura, ci racconti come nasce la tua idea di moda upcycling?
«Nasce da un progetto realizzato nel 2007 durante un master all’Istituto Europeo di Design e dalla mia passione per la moda e per il vintage. È stato un lungo percorso alla ricerca costante della bellezza, che mi ha portato, nove anni fa, alla creazione del mio marchio Elleremodelista».
La moda upcycling è un trend in crescita da diversi anni, ma ha avuto una forte impennata nel 2020, in seguito al primo lockdown. Diverse aziende, infatti, sono riuscite a gestire tutti gli abiti rimasti invenduti nei magazzini proprio grazie al riuso creativo degli stessi.
Oggi sono sempre più numerosi i brand che hanno deciso di adottare la filosofia del riciclo o riuso creativo, ma il Made in Italy è effettivamente pronto ad accogliere questa svolta green?
«Molti brand si stanno rendendo conto di come non sia più possibile passarci sopra. Certo, è una filosofia altamente artigianale, con tempi di produzione più lenti che non sempre vanno d’accordo con quelli delle grandi aziende».
E i consumatori?
«È fondamentale che anche i clienti finali adottino un tipo di atteggiamento orientato alla sostenibilità. Sui nostri canali social cerchiamo sempre di spiegare tutto il lavoro che c’è dietro alla realizzazione di un abito o di un accessorio e spesso funziona».
Quali sono gli articoli più richiesti delle tue collezioni?
«Sono molto ricercati i trench e, più di recente, le borse. Amo lavorare sui capi spalla, mi piace soprattutto trasformare capi dal taglio maschile in capi femminili. I cappotti, le maxi giacche e i trench sono la mia passione».
Quali sono le tue fonti di ispirazione?
«I viaggi, il cinema e l’arte. In passato ho frequentato più il mondo dell’arte e del design che quello della moda e non mi perdo mai la Biennale di Venezia o il Salone del mobile di Milano. L’arte mi ha sempre aiutato nei momenti difficili, ma spesso mi basta guidare per le strade della Toscana per trovare l’ispirazione».
Cos’è il bello per Laura Ciregia?
«Comprare un mazzo di fiori, bere un cappuccino, tagliare una giacca: il bello va cercato in tutto quello che facciamo. Ma – proprio come l’upcycle e il rispetto per l’ambiente – è qualcosa che dobbiamo fortemente volere e soprattutto difendere. In un momento storico così critico come quello che stiamo vivendo, cercare il bello diventa quasi una necessità».
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