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Michele Albanese si racconta

Michele Albanese, direttore generale della Banca Monte Pruno,  di ritorno da Milano dove ha ricevuto il Best Banks Italia di Milano Finanza si racconta.

Da Roscigno ai successi di Milano Finanza, che cosa ha pensato nel momento in cui è stato premiato?

 

In quel momento sono passati davanti a me tanti anni di carriera, tanti anni di lavoro e sacrifici, ma ho immediatamente pensato al fatto che ho la fortuna di avere una squadra che mi permette di raggiungere risultati così prestigiosi.

Ho pensato ai loro visi, ai loro sorrisi, alla loro felicità nel vedere il loro Direttore ritirare per la Banca un riconoscimento così importante.  Sicuramente il più bello della nostra storia.

 

Da un contesto agricolo e pastorale, la sua Roscigno arroccata sui Monti Alburni, a sud di Salerno, al premio di Milano Finanza che ha riconosciuto la Banca Monte Pruno come Miglior Banca della Regione Campania.
Si aggiungano i complimenti di importanti esponenti del mondo dell’economia. Si rischia un po’ di perdere se stessi?

Conseguire determinati traguardi significa avere, come spesso mi piace dire, la testa sulle spalle e i piedi per terra. Senza questa umiltà non saremmo mai arrivati al vertice del nostro settore.

Il rischio a cui fa riferimento non ci tocca per nulla.

Senza la nostra umiltà non riusciremmo nemmeno a fare un passo in questo nostro straordinario percorso sui territori.

 

Michele Albanese con lo zio Michele Albanese

 

I primi 60 anni della BCC Monte Pruno vi hanno visto crescere in maniera esponenziale, dalla cassa Rurale di Roscigno alla Banca Monte Pruno, quali difficoltà avete affrontato?

 

Le difficoltà fanno parte del gioco, ma non le dimentichiamo, le utilizziamo come insegnamento per costruire sempre qualcosa di buono.

Il passato non è stato certo agevole.

Quando la nostra Banca navigava in acque agitate l’arrivo nel Vallo di Diano è stata la prima tappa di un percorso di sviluppo e crescita che ci ha permesso di affrontare ogni difficoltà con il piede giusto.

Posso solo dire che c’è voluto tanto tanto impegno per portare la Banca ai vertici e non abbiamo alcuna intenzione di tirare i remi in barca”.

 

La Banca Monte Pruno è conosciuta e seguita in Italia, ma anche in America. Gli Americani sono un affetto antico. Lo conservate ancora?

 

Assolutamente sì. Siamo legatissimi ai tanti nostri connazionali che ormai vivono da una vita in America. Conservare questo legame è il modo per essere riconoscenti verso chi ha voluto dimostrarci affetto e vicinanza quando ne avevamo bisogno.

 

Lei riconosce grandi meriti alla sua squadra. Come si crea una buona squadra e come si conserva?

 

Una buona squadra si crea se hai a disposizione donne e uomini seri, appassionati e con importanti valori sulle spalle.

Ho la fortuna di aver trovato sulla mia strada tante persone così. Credo che sia stata un po’ una selezione naturale.

Chi non ha sposato questo progetto ha fatto, immediatamente, scelte diverse.

Chi sente la Banca Monte Pruno una seconda pelle è qui a costruire, ogni giorno, un pezzo nuovo del nostro cammino.

 

 

Michele Albanese con il padre Alfiero

 

Come si diventa primi della classe nel mondo bancario?

 

Si diventa primi con la capacità di mettersi allo stesso livello dei clienti, senza pensare di essere in una posizione di vantaggio. Spesso le Banche hanno creduto di essere su un piedistallo, di poter fare tutto. Non è così, oggi più che mai.

 

Sud e piccoli Comuni, Nord e grandi città, il vostro successo stravolge gli stereotipi che per secoli hanno dato ossigeno alla cosiddetta questione meridionale. E’ forse l’ora di finirla con la storia del Sud arretrato e piagnone?

 

Ho voluto lanciare un messaggio chiaro dopo aver ricevuto questo premio: è un orgoglio per un intero territorio e se ci siamo riusciti noi, possono farlo tutti.

Bisogna crederci e volerlo, poi i risultati arrivano.  Sicuramente viviamo difficoltà maggiori rispetto al Nord, sotto tanti punti di vista, ma non serve piangersi addosso.

 

Il rating bancario quantifica quanto può risultare rischioso concedere a un’impresa un prestito o un finanziamento. Voi andate oltre fidandovi delle persone e delle famiglie. Un rischio o un’opportunità?

 

Il cosiddetto rating umano è qualcosa che ti consente di guardare oltre, guardare le persone negli occhi e valutarle con criteri diversi, che si aggiungono, ovviamente, agli elementi oggettivi che tutti sappiamo.

Ritengo sia un’opportunità, nonostante in tanti vogliono far passare un messaggio contrario.

 

Direttore, lei è un uomo elegante, attento ai dettagli. Quanto conta l’immagine per un uomo di successo?

 

È un ingrediente importante. Sicuramente un indispensabile punto di partenza, ma poi servono tante altre virtù.

 

Suo zio Michele Albanese e suo padre Alfiero, fondatori della BCC, hanno creduto in Lei.  Se fosse possibile, che cosa vorrebbe dire loro adesso?

 

La domanda mi emoziona non poco e non è facile esprimere ciò che davvero il cuore mi suggerisce. Dico solo che oggi, nel vedere la Banca raggiungere questi livelli, entrambi saranno orgogliosi di ciò che ho fatto, ma lo saranno ancora di più se vedranno questa loro creatura continuare ancora la corsa. A loro oggi voglio dire, essenzialmente: “grazie”.

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di Ornella Trotta

Ornella Trotta

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