Giuseppe Gibboni è il giovanissimo vincitore della cinquantaseiesima edizione del Premio Paganini.
Prima di lui il prestigioso riconoscimento è stato attribuito agli italiani Salvatore Accardo nel 1958, Massimo Quarta nel 1991 e Giovanni Angeleri nel 1997.
Giuseppe Gibboni ha venti anni e suona il violino da quando di anni ne aveva solo tre. Un talento nato per gioco in una famiglia di artisti di Campagna in provincia di Salerno: il padre Daniele è violinista, la madre Gerardina Letteriello è pianista, le sorelle gemelle Annastella e Donatella sono violiniste.
Oggi solo i genitori vivono stabilmente a Campagna, in provincia di Salerno, perché Giuseppe studia a Salisburgo al Mozarteum, Annastella insegna al Conservatorio di Trento e Donatella vive a Lugano dove segue un master di perfezionamento con il maestro Berman.
A novembre é stato ricevuto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Chi ti ha spinto in famiglia a suonare?
“E’ stato spontaneo. Vedevo mio padre, mia madre e le mie sorelline suonare e volevo suonare anche io”.
A quali grandi musicisti ti ispiri?
“A David Oistrakh, Jasca Heifetz e a SaIvatore Accardo, primo italiano a vincere il Premio Paganini. Ho avuto il piacere e l’onore di studiare con Salvatore Accardo all’Accademia Stauffer di Cremona”.
Che rapporto hai con il violino?
“E’ un compagno di vita, è con me da quando avevo tre anni. Ho un ottimo rapporto anche se a volte mi fa un po’ arrabbiare perché é uno strumento difficile, richiede tanta attenzione, tanta costanza, tanto studio giornaliero”.
Quando suoni ti capita di pensare a qualcuno?
“Mi capita di pensare soprattutto ad una storia perché il ruolo del musicista è il racconto. E’ fondamentale trasmettere emozioni. A seconda del brano immagino una storia”.
Cosa rappresenta la musica per te?
“Gran parte della mia vita, la musica é il mio lavoro e il mio hobby e sono fortunato perché non tutti hanno la possibilità di conciliare l’utile con il dilettevole.
Ho dedicato gran parte della mia vita alla musica e, fortunatamente, i risultati stanno arrivando”.
Ti capita di suonare con i tuoi a casa?
“Certo, suoniamo insieme, ma prima molto di più perché adesso vivo all’estero”.
A Natale in famiglia vi regalate dischi?
“A Natale cerchiamo di staccare un po’ perché bisogna anche riposare la mente”.
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