La bellezza di una donna ha a che fare con la filosofia della natura.
E’ il segno di un corpo sano e dell’ armonia con se stessi e con l’ universo.
Questa ampia e “filosofica” visione della Medicina, trae le sue radici nella Medicina greca.
Già Ippocrate e Galeno, avevano applicato alla medicina la filosofia greca degli elementi che compongono la natura.
Tale concetto, lo ritroviamo nella Scuola Medica Salernitana e nella sua più illustre allieva e Magistra: Trotula de Ruggiero, nobildonna salernitana, la più illuminata tra le Mulieres Salernitanae, prima Medichessa della storia, prima ginecologa della storia.
”Sapiens Matrona” considerata tra il XII ed il XIV secolo, la massima autorità n questioni di salute, igiene, e bellezza femminile.
A lei va anche il merito di aver elevato la ginecologia e l’ostetricia a disciplina medica.
La “Donna più saggia del mondo” la definirà il parigino Rutebeuf nel Dict de l’Herberie.
Ricordata da Geoffrey Chaucer nei Racconti di Canterbury, anche se con un ricordo permeato da una certa misoginia.
Ebbene, a Trotula, si deve il primo manuale di cosmesi del Mondo occidentale, il DE ORNATU MULIERUM, conosciuto come Trotula Minor, in contrapposizione all’ opera DE PASSIONIBUS MULIERUM ANTE, IN ET POSPARTUM, di maggiore interesse ed estensione, indicato come Trotula Maior.
La prima versione, più completa e più antica del manoscritto De Ornatum, e’ datata intorno al XIII secolo e fu ritrovata a Madrid, come parte di una ampia collezione di trattati medici.
Trotula aveva una competenza eccezionale delle erbe officinali, che venivano coltivate nei giardini dei monasteri, ma anche in quelli privati di Salerno.
Esse trovano spazio in tutte le ricette di Trotula, circa una sessantina, unitamente ad altri rimedi naturali, di origine animale e minerale.
Consigli pratici sul trucco e la cura del corpo, ancora oggi attuali.
La bellezza? Si conquista, diceva Trotula.
“Ci sono rimedi atti a rendere belle anche le donne brutte”. Il sentirsi belle genera autostima, principio alla base del benessere.
Concetto di bellezza, che non ha nulla di frivolo come invece era tacciato dalla cultura medievale.
Ecco dunque rimedi per la cura del corpo, dei capelli, delle labbra, dei denti.
La cura di bellezza, inizia con un bagno di vapore: “Mattoni o pietre vulcaniche roventi, si depongano nella vasca colma d’ acqua e su di esse sieda la donna”.
“Quindi si spalmi l’ intero corpo con un unguento depilatorio”.
Trotula vuol rendere le donne morbide, morbidissime”.
E lisce e senza peli dalla testa ai piedi “.
Trotula propone di spalmare il corpo con un unguento precedentemente preparato con calce viva e polvere di orpimento, poste in un sacchetto di lino e lasciate bollire a lungo.
“Una volta frizionato con l’ unguento interamente il proprio corpo, si immerga in acqua tiepida e si risciacqui accuratamente. Avrà così una pelle morbida al tatto “.
“Dopo il bagno, la donna si prenda cura dei suoi capelli”.
La ricetta di Trotula a questo scopo, é lavare i capelli con una lavanda ottenuta con cenere di tralci di vite, pula di orzo, un bastoncino di liquirizia che darà lucentezza ai capelli.”
Se una donna vuole avere capelli neri e lunghi, prenda un ramarro, lo privi della testa e della coda e lo lasci cuocere nell’olio. Con quest’ olio si tinga la testa ed avrà capelli neri e lunghi.
Per tingere i capelli di biondo, colore molto apprezzato dai Romani al pari della pelle bianca il trattato descrive una tintura ottenuta con la corteccia di sambuco, fiori di ginestra, zafferano e tuorlo d’ uovo.
Dopo aver curato i capelli, bisogna abbellire il viso.
“La donna si adornerà nella seguente maniera: per prima cosa, si lavi accuratamente il viso con acqua calda e sapone di Gallia, e lo rilavi in un bagno con colatura di crusca. Poi asciugandosi il viso, lo spalmi d’olio di Tartaro.
Per la pelle secca “ungi il viso con grasso fresco di capra, e la pelle secca andrà via.
Per il pallore del viso, il consiglio era utilizzare un antenato del Blush, a base di zafferano, che dava un leggero rossore.
La cipolla, veniva utilizzata come peeling per combattere l’acne e per dare al volto un effetto antiaging.”
Se la donna vuole dare colorito alle labbra le sfreghi con corteccia di radice del noce .“Le screpolature delle labbra possono essere curate ungendole con olio di rose o con seme di lino cotto “.
Queste sono solo alcune delle numerose ricette proposte da Trotula, tutte prese dalla natura, affinché “La donna bella e’ fatta ancor piu’ bella, la brutta, non é piu’ tale”. Vanitas Vanitatum! Vanità delle vanità! Tutto é vanità!
di Lydia Palo, ginecologa
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